Siamo nello spazio di casa destinato al "mistaggio", quello che non usiamo se non come passaggio da una stanza all'altra. E' lo spazio vuoto, qualche pezzo messo con poca convinzione, di passaggio anche questo se sta qui.
Il Riccio è seduto a terra in una posa per lui insolita e gonfia palloncini. Sofia gli sta di fronte aspettando tutta tesa. Quando il palloncino è al massimo della pressione Sofia glielo toglie e il palloncino comincia a sbeffeggiare sui capelli del Riccio e di Sofia. Muoio dalle risate a guardare questi sbuffi sonori, questi sberleffi sulle loro facce divertite. Non mi trattengo. Ho gli occhi serrati dalle risate, non vedo più niente, e mentre sento Sofia chiamarmi un po' allarmata da questo mio moto sfrenato e il Riccio tentare di gonfiare un altro palloncino inutilmente ormai contagiato com'è dalle risate, penso che è da tanto che non rido così, che non ridiamo così, che mi sta facendo bene, che ci sta facendo bene. Sofia salta, urla, ha lo sguardo acceso, vibrante, corre a prendere il flauto e me lo da, io prendo un palloncino gonfiato dal Riccio e lo faccio soffiare sul flauto che suona come il fischio di un treno.
La stanza è una bolla dentro tutto il resto adesso, colorata e rumorosa. E' questo scricciolo che l'ha gonfiata per noi. L'ha riempita.
E dura un attimo, l'apice di un'onda prima della sua caduta. Dura quel tanto che c'è di forza contro la gravità che spinge in basso.
E' la signora che ci abita silenziosa e che d'improvviso dice qualcosa, e poi ritorna muta; quella felicità autentica che ci investe completamente senza lasciare spazi, e poi ha da andare via.
Quella che più di tutto è di passaggio.
la vita è fatta di istanti ... che andando via lasciano il posto ad altri ...
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