14.2.11

E' niente, tesoro

E niente, tesoro.
E' così che deve andare.
La tua mamma ci ha provato a proteggerti dalle paure, prime fra tutte quelle che le sembrano le più grandi, forse perché fanno paura anche a lei, il senso di abbandono e di solitudine, a proteggerti dalle delusioni, le noie, le fragilità dell'essere senza scudi di sorta, i disagi, i malesseri di chi non si sente ancora parte piena di questo mondo, la rabbia a fartela assaggiare a piccole dosi, il minimo indispensabile per poterti dire capace di ribellarti; ci ha provato, la tua mamma, a difenderti dai venti caldi che ti inaridiscono la pelle e da quelli freddi che offendono le ossa, a farti ombra sotto il sole, a non fartelo mancare mai però; ci ha provato a infonderti coraggio e serenità a partire dalle piccole cose di questa nostra casa per poi saperle investire là fuori dove le cose sono poco più grandi. 
Ma non è servito granché se adesso pensi che il benessere e tutte le spinte più buone ti arrivino a partire da me, e ritorno.
Non mi sembra di averti reso forte se ti dai il permesso di assaggiare tutte le cose che del mondo ami solo se seduta sulle mie gambe.

Perciò adesso devi vedertela tu. Studiare il modo di capire da sola certe cose, primo fra tutto il fatto che da sola devi arrampicarti sui muri che ti soffocano e scavalcarli. Che tu hai una storia, è la tua, e certe frasi le devi scrivere solo tu.

E sai, tesoro? 
Mi va bene.
Mi va bene perché adesso anch'io ho bisogno di scrivere la mia storia. Riscriverla.
Mi va bene perché la tua sofferenza oggi mi tocca meno. 
Ché non sento più niente, non ci sto capendo più niente, sono decentrata, persa su un pianeta che non parla la mia lingua, e spaventata per questo, un po' per le circostanze di questi giorni, un po' perché il nutrirti continuamente e indefessamente ha affamato me. 
E c'è poca empatia. C'è poco da immedesimarsi e capirti e farti da sostegno e ombra, se non riesco ad essere nemmeno sostegno di me stessa.
Perciò nonostante il tuo sentirti persa in questo tuo nuovo mondo, a me va bene così.
Ché ti sarai accorta che la tua mamma incarna lo stereotipo più squallido dell'essere madre, quella sempre stanca, che non ride, immersa in tutte quelle faccende che hanno poco dall'appartenerle fino in fondo. 
Ti sarai sicuramente accorta che la tua mamma è lontana mille miglia da quella donna che faceva le boccacce, a terra a quattro zampe a far la tigre, e ti offriva le mele sbucciate felice che in un così piccolissimo gesto fosse custodita tutta la tenerezza di questo mondo.

E mentre sarai lì a vincere le tue paure,
io sarò qui a vedere di capirci qualcosa, a pensare, a scendere da questa giostra che mi ha sfiancato, 
a interessarmi di nuovo delle mie cose o di cose nuove,
ad aprire un libro e fermarmici per più di venti minuti,
a cercare di sentire come una volta la musica,
a calmare il cuore che messo a folle non riesce a sentire niente 
e a ridarmi il mio nome. Veronica.

Vedrai, è niente tesoro.
Una volta che avremo scavalcato ognuna i nostri muri.

7 commenti:

  1. pare niente, ma invece è tutto. credo tu sia arrivata a toccare col tuo ditino la verità che stava già dentro di te.
    vedrai che bello sarà tornare da lei quando sarai tutta nuova di te.
    un bacio.

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  2. grazie, Rosa bella, le tue parole mi confortano.
    Essere capita aiuta.

    p.s.: mi mancano le tue dosi di grazia

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  3. veronica, sei sulla strada giusta, secondo me.
    e sappi che non sei sola.
    ha fatto l'errore che commettono almeno la metà delle madri.
    niente di grave.
    si rimedia a tutto. e alla fine sarà equilibrio e gioia.
    :)

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  4. Perché mi sembra di capirti e non sono madre? Tu non sei solo madre, ma anche, allora torni a essere anche altro con tutto il tempo che ci vorrà. E ancora ti dico che spero di avere la tua stessa lucidità, pur temendo che non sia abbastanza, quando avrò un figlio.

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  5. Marta, sai? 'si rimedia a tutto' è proprio quello che ho bisogno di sentirmi ripetere in continuazione, ché, in questo periodo, alle volte guardando avanti faccio fatica a immaginarmi cambiamenti positivi.
    Non solo su di me ma su tutta la faccenda......una faccenda mostruosamente fastidiosa....
    un bacio alla donna per cui scommetto ad occhi chiusi a quale delle metà delle madri appartiene.

    Ale,
    credimi: tu la chiami lucidità, io la chiamo inutile fraseggio cervellotico post evento, nel senso che non serve a niente disquisire bene dopo aver dato il meglio di te per ciò che riguarda l'assoluta mancanza di organizzazione. Raccontare il danno non salva dal danno stesso.
    Perciò ti auguro di rimanere lì dove sei, tra quelle morbidezze di colori e forme che così bene scegli per raccontarti.
    un bacio alle rane :)

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  6. vedi Veronica, tu almeno disquisisci bene, fraseggi cervelloticamente...io quando ho qualcosa non parlo, dico 'non ho niente' e tutto si accumula dentro, mi intasa la testa e il cuore
    quindi per me sì, raccontare rimedia in parte.
    continua così ;)
    m.

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  7. e tu parla, Mami, che hai tante cose da dire

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