"Riccio, cos'è la semplicità?"
Silenzio. "E' il latte senza nesquik, è la pasta col pomodoro fresco"
Mi deludono queste parole.
Dal Riccio pretendo di più. Ho bisogno che mi spieghi per filo e per segno dov'è che posso trovare quello di cui adesso ho più bisogno.
Per filo e per segno.
Che mi dica che la semplicità è come camminare pur sembrando fermi, il movimento immobile, quel andare verso ma essere sempre al proprio posto, quell'esserci pieno e risolto, come gli alberi, il loro crescere verso le zone di sole e la dignità del loro stare radicati.
Che mi dica che è sospendere il giudizio affamato, quello che insegue con affanno le cose ma rimane sempre a un passo tutto attorno a loro. Perciò che mi dica che la semplicità è sospendere il giudizio sulle cose e piuttosto tenerle in mano, toccarle.
L'armistizio tra immaginazione e realtà.
Come fanno i bambini.
Che non è né la domenica di Pasqua né la sua attesa, ma il timo e il rosmarino sulla carne al fuoco di tutte le domeniche di festa.
E delle domeniche di festa non il tavolo e il chiacchiericcio che l'imbandisce, ma i bambini che corrono tutto attorno urlando.
Che il Riccio mi dica che la semplicità è suonare la chitarra per la sua bambina ancora in pigiama e cantare, come in questo momento, e tutti i rumori della casa sembrano niente.
Che la semplicità è tacere aspettando che le cose parlino loro di se stesse.
Tacere.
Aspettare.
Sospendere il giudizio.
....
....
Per filo e per segno.
Che mi dica che la semplicità è come camminare pur sembrando fermi, il movimento immobile, quel andare verso ma essere sempre al proprio posto, quell'esserci pieno e risolto, come gli alberi, il loro crescere verso le zone di sole e la dignità del loro stare radicati.
Che mi dica che è sospendere il giudizio affamato, quello che insegue con affanno le cose ma rimane sempre a un passo tutto attorno a loro. Perciò che mi dica che la semplicità è sospendere il giudizio sulle cose e piuttosto tenerle in mano, toccarle.
L'armistizio tra immaginazione e realtà.
Come fanno i bambini.
Che non è né la domenica di Pasqua né la sua attesa, ma il timo e il rosmarino sulla carne al fuoco di tutte le domeniche di festa.
E delle domeniche di festa non il tavolo e il chiacchiericcio che l'imbandisce, ma i bambini che corrono tutto attorno urlando.
Che il Riccio mi dica che la semplicità è suonare la chitarra per la sua bambina ancora in pigiama e cantare, come in questo momento, e tutti i rumori della casa sembrano niente.
Che la semplicità è tacere aspettando che le cose parlino loro di se stesse.
Tacere.
Aspettare.
Sospendere il giudizio.
....
....
Bah. Ecco. Appunto.
Il "per filo e per segno" complica quello che deve restarsene così com'è.
La semplicità viene prima del filo, prima del segno.
La semplicità viene prima del filo, prima del segno.
C'ha ragione il Riccio. La semplicità è il latte senza nesquik, è la pasta col pomodoro fresco.
infatti è una bellissima risposta, quella che ti ha dato.
RispondiEliminanè tu, nè io se per questo, siamo donne semplici.
anche a me piacerebbe imparare ad esserlo.
il Riccio ce ne sa.
RispondiEliminatientelo stretto. :)
bravo Leà
RispondiEliminap.s. comunicazione di servizio: ti ho mandato mail su FB...attendo con ansia risposta. passo e chiudo
blackanddecker
blecchendeker,
RispondiEliminamessaggio ricevuto...risposto...felice...vomitato...
:)
C'e' cosi tanta ricchezza nella semplicità, anche se dirlo sembra una contraddizione. Le cose semplici non sono già date, e fatte, io mi diverto di più con l'immaginazione anche se rimane potenza. Nel latte senza nesquick ci si può mettere il nesquick o i cereali o il caffè o fare il pappone di biscotti, anche se a me non piace il pappone di biscotti. Nel latte con il nesquick gli abbinamenti si riducono di brutto, il latte con il nesquick e' in atto, senza e' in potenza. Alla faccia dell'Ari che la sottovalutava.
RispondiEliminaper la serie 'scema più scema', dopo la tua risposta c'ho il sorriso stampato in faccia...e non va via sai?
RispondiElimina;)
mamicheritirafuoril'agentediviaggiochec'èinlei
p.s. cmq che buono il pappone di biscotti..tempo fa mi facevo anche il frullato, latte e gocciole...
m.
pa,
RispondiEliminastasera che sono contenta, messaggio positivo: forse prenderci per quello che siamo, prenderci bene intendo, potrebbe essere un primo piccolo passo semplice. Voglio dire: la lotta contro il complicato complica, no? Pensiamoci (in tutt'e due i sensi :)
marta,
me lo tengo sì, se non me fa incazzà (in questi giorni.....)
ale,
grandioso: poiché la semplicità ha le maglie larghe, ariose, ha dentro poco e quindi da poco costretta, allora è dentro la semplicità che l'anima è libera di sguazzare. senza la pesantezza dell'aver ingurgitato aggiunte, che aumentano, definiscono, finiscono.
la piccola semplicità è il contenitore più grande.
giusto?
e tu cosa sei? filosofa in possibilità o in atto? :)
Niente, solo che sono ancora in fase metafisica, quella in cui mi gasano le cose piccole e quotidiane ma decontestualizzate. Un divano sul marciapiede, ma il divano dev'essere il mio divano che se mi ci siedo mi sento a casa!
RispondiEliminaE poi ci sono le rane, i miei alunni, Luca, tutto mi sta piacendo tanto e direi dunque filosofa in ...propositività.
ragazze siete AVANTI, siete FANTASTICHE.
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