24.2.11

Noblesse n'oblige pas

Benvenuta mia nuova cara vicina di casa,
tu che appena arrivata hai fatto vento con le tue ciglia lunghissime perché la polvere non incrinasse il delicato ecosistema del tuo nasino opaco di fondotinta, incipriato e all'insù; che hai steso i primi panni al sole tenendoli sulle punte delle dita come se il cotone fosse budello di cinghiale per la tua french manicure appena fatta; tu che la prima battuta è stata "oddio, appena due giorni qui a casa e sembro una casalinga" toccandoti disgustata l'unica punta di capello colpevole d'essere scappata dalla piastra perfetta e luccicante, e l'hai detto a me, proprio a me, che, a un palmo dal tuo nasino efficiente contro i maleodori quanto un allarme antincendio a Manhattan, stavo in ciabatte, in braccio Sofia che lentamente ma inesorabilmente mi sta preparando al gran galà di Notre-Dame per gobbi, e due ciocche di capelli, una qui a Catania, l'altra nell'emisfero boreale, a tenersi in contatto su skype.
E tra noi amore a prima vista.
Nonostante tra quel tuo sembro sciorinato lì per gettare le basi di un simpatico e cordiale rapporto di vicinato e il mio sono ci siano chilometri di divario esistenziale e insondabile.

Benvenuta, fata sorridente e paillettata,
tu che sembri totalmente affrancata da qualsiasi dubbio esistenziale, sempre così serena, leggera, decisa, sorriso stampato a fuoco nel tuo dna, prototipo vivente del detto greco καλὸς καὶ ἀγαθός o della sua più recente interpretazione trash "pulita dentro e bella fuori plin plin"
E io qui a spolverare. E tu ridi.
E io qui ad ordinare. E tu ridi.
E io qui a far l'espurgo in carne ed ossa. E tu ridi.
E io qui a decidere se gli scarti dell'espurgo vadano nella differenziata o in questa tua inopportuna risata. E tu ridi ancora.

E ora che sei tornata dall'happy hour (e su dai che a quest'auar le poste sono chiuse, gli uffici pure, i vestiti -o è il caso di dire outfit-, come palesemente ti piace ostentare, ce li hai, tutta jeans griffati e magliettine più le mando giù più lo tiro su) siamo tutti qui fuori, io, il Riccio, Sofia, il giardiniere, il tuo uomo e suo fratello io sono il Signore dei Cieli e della Terra tipico, mi sembra, di tutta la tua stirpe che però, benché affollata di signori, non cede a lotte volgari e sanguinarie di potere, ché tanto il popolo da frustare e snobbare è un mare sconfinato e pescoso, e con quell'aria "senza di me non avete combinato granché" vorresti l'applauso mentre sbatti quei tacchi 10 cm 10 come se avessi bisogno della fanfara per essere annunciata. Ma scusaci, sai, se l'applauso non parte: è che, uno, le fanfare spaventano Sofia, due, siamo tutti qui occupati e inebetiti a guardare venir su quel po' po' di giardino 4 salti in padella, alberello d'ulivo già alto due metri, siepe attorcigliata 2 metri per 2, su un prato fitto fitto pronto solo da srotolare e via: stasera poi, invito a corte, lo farai ammirare il giardino dei finti contini senza badare al fatto che in 5 minuti di srotolamento, il lavoro mio e del Riccio di durata bisettimanale perché il nostro giardinetto fosse quanto più vicino ad un caloroso benvenuto per il vostro arrivo, sembra ormai il tentativo di metter su una baraccopoli alla bell'e meglio.
Ma certo nell'era del tutto e subito e dell'ottimizzazione non conta affatto l'impegno o la fatica, che anzi sono sgradevoli e borghesi effetti collaterali tipici del volgo che non ha strutture adeguate per ottimizzare: qui conta l'effetto, la risultanza, il punteggio positivo. Perciò senza dubbio: 4 salti in giardino vs Aquila due anni dopo ancora sul punto di 1-0.



Sì, mia cara, benvenuta qui, ragazza della porta accanto solo per logistica,
qui a condividere odori di mezzogiorno, incomprensibili cadute di monetine sempre presenti, colpi di tosse ed echi notturni imbarazzanti.
Benvenuta, davvero, mia nuova vicina di casa, che come un dentista sul dente malato, in un attimo che sei arrivata, hai scoperto tutte le carie della mia vita, ciabatte, espurghi e tendopoli.

Sì.

Davvero.

Sì....

...sì, mo scenni, però, essù, che gli zebedei cominciano a dolermi.


Aggiornamento delle 21:50: naturalmente il titolo è riferito a me, rendendomi conto già dalla stesura del pezzo di non aver dato granché prova di stile.
Dicesi casalinghitudine ad oltranza frustrata e frustrante.

13 commenti:

  1. Ahia, partecipo di cuore alle tue reazioni.
    Una vicina di casa è dura da ignorare e quindi... mi spiace.

    Se ti può un po' consolare quest'estate è arrivata girls nuova anche dove abito io.

    E il silenzio magnifico della nostra corte è stato invaso in 2 secondi da:

    1. i latrati isterici di un povero barboncino murato e lasciato in casa solo per giorni e notti intere;

    2. da suoi ululati di piacere a finestre aperte: sisisisiiiiiiiiiiiiii daiiiiiiii ancoraaaaaaa. Ti dico solo che io sono pure in un periodo di castità forzata, quindi fai tu l'insieme di giramento di balle!!!

    Sono solidale
    buona giornata!

    RispondiElimina
  2. Navigo,
    che belloooo

    1: che sei qui
    2: che sei qui a condividere lamenti di vicinato
    3: che sei qui a condividere una certa differente eppur uguale invidia del pene
    ...

    ....

    :)

    RispondiElimina
  3. Ragà, non saremo mai come quella là.
    Rassegnamoci. o Esultiamo. A seconda dei momenti.
    Io a 32 anni ancora non so andare sui tacchi.
    Pensa tu.

    RispondiElimina
  4. Pa, caspita!!
    o hai letto nelle mie più recondite intenzioni oppure semplicemente sei una testimone attentissima dell'animo femminile: in effetti alle 11, quando ho dato sfogo, ero sul no (si legge benissimo) complice l'aggiunta al suo giardino di un tubo per innaffio chicchissimo. stasera i toni si sono un po' smorzati. vedi aggiornamento al post delle 21:50
    va be, abbasso gli ormoni.

    e i tacchi.30 anni.uguale uguale a te.

    RispondiElimina
  5. heheheheh! 40 anni e solo scarponcini! e ne vado felice! meglio la rughe sul viso che sul cervello!!!

    RispondiElimina
  6. :) mammamiao, poi noi siamo giustificatissime dal dovere portare pesi semoventi di oltre venti chili, altrimenti altro che tacchi da 10 cm: i trampoli!
    no eh?
    :)

    RispondiElimina
  7. certo lei non ti avrebbe mai consigliato risotto allo zafferano..così banale, così poco chic ;)
    m.

    RispondiElimina
  8. oh, che sollievo, tu sei riuscita a scriverlo, mentre io ancora mi trattengo. mi trattengo. mi trattengo.
    ma presto la mia versione di "Peyton Place" arriverà nelle sale e la tua vicina, con un salto sincronico, si ritroverà, per affinità di qualunquismo, nel mio cast!

    RispondiElimina
  9. ale :) stupenda anticipazione!
    attendo la prima, allora :)

    RispondiElimina
  10. io invece, per mascherare i miei polpacci da Sebino Nela, i tacchi li devo mettere per forza...siamo ancora amiche?
    ;)
    m.

    RispondiElimina
  11. amicissime, mami. ma di piedi scalzi sull'erba o sulla sabbia, mica di tacchi ;)
    se mi presenti sebino nela, poi, ancora di più

    RispondiElimina
  12. per l'epoca in cui ci vedremo (incrocioledita-toccoferro- etc etc) solo infradito e piedi scalzi
    p.s. sebino è da quando ho più o meno 8 anni che sogno di conoscerlo (l'ho visto solo da lontanissimo a San Siro con una vistosissima fasciatura in testa, mannaggia)
    m.

    RispondiElimina