Gira sta voce che dopo i primi due anni pazzi dalla nascita di vostro figlio, in genere il primo, la ruota, quella che, appunto nei primi due anni, perde fluidità, s'arrugginisce, gira come quei vecchi carri sgangherati di qua e di là come fosse ubriaca, quella ruota, che poi sarebbe la ruota della vostra personalissima vita, gira sta voce che poi dopo i primi due anni ricominci a girare bene.
S'intende probabilmente una specie d'affrancarsi reciproco, del genitore e del figlio, l'uno dagli squilibri della sindrome "non avrai altro genitore all'infuori di me", l'altro da quella visione che ha del proprio genitore come distributore automatico, quello tarocco senza monetine, di soddisfazioni delle proprie necessità.
Ora, non so come dirvelo, cari genitori che domani compirete i primi due anni pazzi e siete già con lo spumante in mano pronti a brindare per la vostra ritrovata libertà, voi che avete prenotato un viaggio ibicenco, o che avete messo in una pila ghiotta tutti gli arretrati da leggere, o che avete già disposto le vostre trenta candele profumate su quella vasca yin e yang om #sonountutt'unoconl'universo,
non so come dirvelo, ma questa voce mi pare 'na minchiata.
La verità è che continuerete ad andare dai vostri suoceri in quel del paesino montanaro, tra vegetazione, casolari e presenze semoventi: età media centoquattro anni, e durante il viaggio in macchina canterete "La stessa voglia di vivere in casa di riposo che ho"; guardando con cupidigia la pila degli arretrati da leggere, continuerete ad aspettare con ansia l'arrivo dell'azione corrosiva del consumismo*, che nei libretti di cartoncino spesso delle favolette non arriva mai, mai, mai, mai... ; e continuerete a farvi quella doccia tristissima, durata massima venticinque secondi, durante i quali non vi rilasserete mai, (mai, mai, mai...) aspettando l'imminente catastrofe di là in cucina #sonountutt'unoconloyogurtdisseminatosuldivano.
S'intende probabilmente una specie d'affrancarsi reciproco, del genitore e del figlio, l'uno dagli squilibri della sindrome "non avrai altro genitore all'infuori di me", l'altro da quella visione che ha del proprio genitore come distributore automatico, quello tarocco senza monetine, di soddisfazioni delle proprie necessità.
Ora, non so come dirvelo, cari genitori che domani compirete i primi due anni pazzi e siete già con lo spumante in mano pronti a brindare per la vostra ritrovata libertà, voi che avete prenotato un viaggio ibicenco, o che avete messo in una pila ghiotta tutti gli arretrati da leggere, o che avete già disposto le vostre trenta candele profumate su quella vasca yin e yang om #sonountutt'unoconl'universo,
non so come dirvelo, ma questa voce mi pare 'na minchiata.
La verità è che continuerete ad andare dai vostri suoceri in quel del paesino montanaro, tra vegetazione, casolari e presenze semoventi: età media centoquattro anni, e durante il viaggio in macchina canterete "La stessa voglia di vivere in casa di riposo che ho"; guardando con cupidigia la pila degli arretrati da leggere, continuerete ad aspettare con ansia l'arrivo dell'azione corrosiva del consumismo*, che nei libretti di cartoncino spesso delle favolette non arriva mai, mai, mai, mai... ; e continuerete a farvi quella doccia tristissima, durata massima venticinque secondi, durante i quali non vi rilasserete mai, (mai, mai, mai...) aspettando l'imminente catastrofe di là in cucina #sonountutt'unoconloyogurtdisseminatosuldivano.