Lui mi guarda, mi scruta in fondo, comodo e a suo agio dietro la scrivania, senza moti di impazienza né fretta. Mi ascolta in silenzio, partecipando ai miei monologhi con una mimica facciale reattiva e comunicativa: strabuzza gli occhi, sorride, annuisce. Semmai intercala frasi brevissime, composte, e sempre propedeutiche a che il discorso si alimenti di nuove prospettive o si concluda con delle consapevolezze.
"Vede, Dottore, sono qui perché da qualche giorno mia madre mi taccia per un insensibile e per una madre degenere che non si occupa della salute di sua figlia. E questo mi sta creando forte ansia."
Sgrana gli occhi azzurrissimi, sorride punto e ironico: "Lei? Insensibile?"
La semplice retorica della sua reazione mi provoca subito piacere, mi rassicura all'istante.
"Signora, sono convinto che sua madre non la conosca affatto. Penso che non sappia nemmeno quale sia il suo nome. L'ho capito da subito, due anni fa".
E' una rivelazione, per me.
In un istante non ho più ansia, né sensi di colpa per eventuali mie diaboliche e congenite pecche.
C'è una donna nel mondo, che poi sarebbe mia mamma, che cerca lo scontro continuo, spesso anche solo comico e goliardico, semplicemente perché l'idea che ha di me fa malamente da filtro su quello che in verità sono. O perché mi chiama con un nome che non mi appartiene.
Da vedere. Da dosare. Da elaborare.
Ma me ne vado con un nodo in meno.
Ogni tre settimane non vedo l'ora di andare a trovarlo.
Nella sua etichetta non appare nessun prefisso psico.
Gli parlo apertamente, con fiducia e naturalezza, trovando a volte difficilissimo trattenere le lacrime di fronte a quello sguardo così profondo e rassicurante.
Tutte le volte è un'esperienza catartica ed esaltante farmi visitare dal pediatra di Sofia.
post divertentissimo!
RispondiEliminaanche io mi ero fatta prendere da una puericultrice di T.- una certezza nella mia vita.
a.
io dalla psicomotricista di lorenzo!
RispondiEliminanon è che siamo tutte ancora un po' bambine?
ma forse lo si è per sempre un po' bambine (per fortuna?)...
cmq in questo periodo ermetico, come dite voi, non ho avuto ancora il coraggio di chiamarla. invece è ora di farlo.
vado.
vvtb
(variante plurale di tvtb. vabbè...)
vai, Marta!!!
RispondiEliminaoh, non saremo più bambine, ma gli acronimi scemi li conosciamo ancora!
:)
ricambio...al plurale :)
A volte mi sento come la psyco delle madri dei miei alunni. Capita raramente, poi che siano più giovani di me. Devo ammettere che a volte
RispondiEliminale prendo in giro, a volte rimango basita dalla loro esigenza di chiedere a me, confessassi, confidarsi. A volte quando il telefono squilla alle 8.30 e poi anche alle 21.30, devo ammettere, sbuffo. Ma davvero, solo a volte: quando sono stanca anche io, quando vorrei parlare io, quando vorrei io avere un consiglio o un conforto.
Quasi sempre, invece, quando riappendo il telefono o le saluto all'uscita dopo che parlando mi hanno fatto perdere il treno penso a quanto sono belle, e forti e umane queste mamme. Quanto è importante per me ascoltarle. Quanto mi fanno sentire importante. Quanto mi aiutano a essere ogni giorno migliore per il loro figli per ricambiare la fiducia che hanno in me ogni volta che portano in classe la cosa più preziosa che hanno.
Mi sa che è una di quelle volte in cui ho bisogno di parlare io.
Con questo commento ho vinto il festival della punteggiatura improbabile?
RispondiEliminaale, che tu sia una maestra meravigliosa l'ho capito ormai. :) rimarrà negli annali della pedagogia quello che hai fatto qualche tempo fa con il post di D.V.
RispondiEliminaperciò è chiaro che ti cerchino. Sono sicura che sei rassicurante, gentile e piena di idee intelligenti da dare alle mamme per superare i momenti di impasse.
ed è anche chiaro il carico che ogni tanto ti grava. Tipico delle persone che contano, di spessore (specie per la vita degli altri)
mi dispiace. festival perso.
mi piacerebbe sapere quanti anni hai.
RispondiEliminaTrenta tra davvero poco. Grazie, adoro leggere quello che scrivi: quando parli di Sofia, io che non ho una Sofia mi ci ritrovo. Ho il presentimento che al posto tuo la mia mente farebbe gli stessi giri, ecco.
RispondiElimina:)
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