4.5.16

Per un millimetro

Giuseppe ha sei anni, è maggio, non legge e non scrive.
Sofia ha sei anni, è maggio, legge una storia intonando le frasi e scrive in corsivo cosa la rende felice, annoiata e triste. Scrive di pace e di guerra.
Giuseppe ha lo zaino lercio, a volte pieno zeppo di spazzatura e di cose che non servono, a volte vuoto, di colori, matite, quaderni, e adulti.
Sofia dentro la zaino porta le cose in modo decrescente: dietro i libri, poi i quaderni, poi i due astucci, infine il porta merenda.
Per quanto io sia tentata, la verità è che non so dare misure di felicità. Ho smesso da un po', che la bilancia per questo genere di cose non è mica affidabile e l'anima a volte sguazza felice negli inferni e annaspa intontita dentro le più comode delle vite.
Però mi capita di pensare che a volte è questione di un millimetro se due vite di uguale bellezza prendono storie diverse. Non so, una giornata storta, una pasta scotta, una stanchezza più forte, un cartello stradale sbagliato.
Per un solo millimetro, di deviazione infinitesimale, non so, una giornata storta, una pasta scotta, una stanchezza più forte, un cartello stradale sbagliato, due vite di uguale bellezza alla fine vanno una a capo nord e l'altra a capo sud.
Ma sulla felicità niente, me ne sto zitta.
Quello che faccio è ripulire lo zaino di Giuseppe, togliergli le erbacce e le malerbe, temperare matite, seminare parole.
Che è già maggio.

3.5.16

Api e chiappe, qui

Quello della doccia è uno dei momenti più catartici e sovversivi, qui. Le chiappe al vento sbattute ovunque, in cucina, sulla casa di Peppa Pig, sulla bicicletta, hanno una fortissima valenza simbolica, talmente evidente da non dover essere spiegata.
È anche un momento mistico ed escatologico. "Toh, cane, ti libero!". L'imposizione delle chiappe nude sul muso del cane pare lo guarisca dal suo essere intrinsecamente reprobo, degno del castigo divino fatto di pulci e zecche.
Sofia marca il territorio così, attraverso l'imposizione delle chiappe su territori altrimenti impraticabili se non con addosso l'adesione ad un dress code per lo meno essenziale.
Il nudismo legittimo, legittimato da una causa di forza maggiore quale la doccia, la lascia poi libera di sperimentare il total nude in tutte le varianti: nudo con tacco 12 misura 37, nudo con occhiali da sole, nudo con mestolo e scolapasta, accessori di tendenza reperiti dal lavabo dei piatti sporchi. 
Ma al momento del nudo con cintura fashion di coda di cane ancora vivo, do segni di cedimento.
Sofia non puoi... comincio a... corri subito in...
Mi sembrano però da subito interventi fuori luogo, frutto di scarsa pazienza e di troppo peso agli spot di Napisan.
Abbiamo sterilizzato talmente tanto che le api muoiono, il polline primaverile ci avvelena e gli antibiotici si prendono come fonzies: se non ti lecchi le dita godi solo a metà.
Insomma, in questa furia, qualcosa ci è sfuggito di mano.
Temo abbia colpa uno scribacchino maldestro di motti, uno che ha ricopiato male "lotta alle cose che nuocciono alla nostra vita".
E adesso mandiamo avanti una "lotta alla nostra vita" senza senso.
E in questa guerra fredda, persino l'anima, mi pare, abbia preso un non so che di asettico, un colorito biancastro; sterilizzata e vuota, come un set ospedaliero con divieto d'accesso ai temutissimi guizzi di vita non controllati.
Le lascio mettere le chiappe nude su tutto, dunque.
È gran festa qui.


Niki Boon, che fa foto per ricordarmi che la vita che mi piace esiste davvero.