Hai scelto di stare a casa per curare a tempo pieno la tua primogenita, nonché amore tuo grande, stella del firmamento, luce degli occhi tuoi?
Hai pensato che fosse più importante garantirle presenza costante, costante punto di riferimento e assidua rispondenza alle sue esigenze?
Hai ritenuto più urgente consacrare ogni tuo istante al suo piacere, alla sua crescita emotiva, intellettuale, sociale, musicale, manuale, artistica, morale, educativa, funzionale, ludica, istintuale?
Hai creduto più giusto metter da parte ogni tua ambizione personale in nome di una certa idea, venuta da chissà dove, di maternità perfetta, definita all'occorrenza dai mistici come trascendentale e dalla gente sana come repressiva e punitiva?
Hai portato con te il dubbio, facendolo dominare su ogni altra possibilità, di non saper coniugare tempo lavorativo con cucina sana, passeggiate all'aria aperta e presenzialismo di cure materne?
E allora, anche se oggi è Pasquetta, il 99% della popolazione mondiale è in ferie da qualche parte tra i posti più gradevoli degli spazi aperti a rimpinzarsi festosamente di amichevoli conversazioni, succulente carni alla brace e dolci per l'occasione, e tu, invece, approfittando della presenza del Riccio, a mezzogiorno sei ancora infognata in pigiama a fare le pulizie generali, e probabilmente Sofia ti odia perché non sei lì con lei, tua madre ti odia perché assente nei preparativi del pranzo e forse ti odia pure il Riccio perché quanto di meno ortodosso possa essere un Lunedì di Pasqua,
ti prego, fatti un favore: non ti lamentare.
ti prego, fatti un favore: non ti lamentare.