Tutte le volte che ho bisogno di risalire alla radice della mia persona, chi è che non lo fa?, mi rendo conto che faccio sempre e solo un'unica cosa.
Non mi metto a correre o nuotare o fare ginnastica, ché non sono di fatto una sportiva.
Non mi metto a cantare o suonare un qualche strumento, ché le arti musicali fanno parte della mia vita per simpatia, o empatia, non so bene, e non per necessità espressiva, come per esempio per il Riccio.
Ne mi metto a dipingere, ecc ecc, sebbene il disegno sia per me un hobby ecc ecc.
Io quello che faccio è, come posso dire?... dai, la faccio spicciola: fare filosofia. Eh sì... lo so lo so...
Questo significa che ho sparsi per casa una decina di libri aperti, Fichte, il velo di Maya e Shopenhauer, l'Abbagnano e la post-modernità, Lewis Carroll e Le avventure..., dozzine di documentari visti in questi giorni su la teoria delle stringhe, la teoria M, fisica quantistica, la materia come sostanza pensante, neurobiologia e così via.
Questo significa ancora che tra una mutanda da smacchiare e un formicaio in casa da estirpare me ne vado in giro cercando di dare un corpo a tutto quello che sto studiando.