30.1.12

Short Life Stories


Legenda
Nemico = La mamma

27.1.12

Il Riccio c'è


E dunque poi sarebbe questo quello che andavo cercando, quello che mancandomi mi stava in pancia mordendo arrabbiato tanto per farmi capire meglio la sua mancanza, tanto perché io non abbassassi mai la guardia scendendo a patti con l'umana quanto sciatta abitudine alle cose che non vanno.

23.1.12

Non solo una lista

Mi stupisco sempre quando d'improvviso la vita è nuova.

Sofia all'asilo.
Sofia all'asilo che non si turba.
Sofia all'asilo che non si turba all'entrata.
Sofia all'asilo che non si turba all'entrata e all'uscita.
Io che mi turbo.
Io che, con Sofia all'asilo che non si turba, mi godo la città mattutina. Senza ansie. Il passo veloce, quello mio; quello, mi si dice, di chi sembra fuggire. E invece è quel passo tutto mio di chi vuole divorare.
E divoro ogni cosa, tutto quello che di questa città mi è sfuggito in questi anni, come se fossi uscita da un qualche letargo esistenziale, una specie di bimba cresciuta stupita e leggera per le strade.
Mi riprendo tutto. Mentre cerco lavoro, cammino veloce con il Riccio cercando di far qualcosa di buono per il nostro futuro, mi riprendo tutto. Tutta questa città che ho tenuto lontano in tutti modi.
Prendo il caffè, parlo con la gente, chiedo, rispondo, cerco il bello architettonico, mi fermo ad ascoltare la musica di strada, i quadri di strada, le stampe antiche di strada, chiedo informazioni su quell'edicola che sta chiudendo, mi fermo proprio su quello stemma incastonato a terra, il vaso su un tavolino di un bar lo faccio mio.
Cammino, cammino. Mi piace camminare.
E' come se i pensieri scivolassero giù, sotto i piedi.
Come ho potuto stare così tanto tempo a casa?
Mentre tutto avveniva qui fuori, qui, anche in questa piazza così ampia che mi ci perdo, mi chiedo come ho potuto stare così tanto tempo a casa?
So che se i miei occhi oggi sono nuovi è anche perché ho pescato qualcosa di buono dentro questa casa.
Ma adesso ho bisogno di aria. E di camminare. 
In questa piazza così ampia che mi ci perdo adesso mi accorgo di essere stupita come una bambina un po' cresciuta.
Mi stupisco sempre quando d'improvviso la vita è nuova.

19.1.12

Senza trucco e senza inganno

Sì, insomma, funziona così.
Funziona che all'improvviso e senza preavviso nasce quella che rivoluzionerà tutta la tua vita. Non che poi la vita prima fosse particolarmente... come dire... banalmente liscia come l'olio, quel genere di vita pianificata con ingegno ed esattezza matematica. Piuttosto una vita leggera e disordinata, tatuata qua e là di falle che sapevi comunque camuffare bene, rimandarne comodamente nel tempo la sanatura in nome della giovinezza e di una buona dose di intelligenza, viverle come gaie attese di un poi migliore. Magari dicendoti che un certo tipo di ricerca di qualcosa sostanzialmente buono ha bisogno del suo tempo. 
Un trucchetto da quattro soldi ma che andava bene, andava bene così. 
E poi arriva lei. 
Quella piccola sovversiva del sistema lo farà, rivoluzionerà ogni cosa, e nel modo più pacifico che esista: esistendo. 
Uno specie di sit-in esistenziale. "Io sono qui e bim bum bam insieme a me voilà: le tue 10, 100, 1000 falle della tua vita... Vedi un po' tu".

4.1.12

Abitabile come un salone di Versailles

"Sofia, torniamo a casa?"
"No"

La cucina dei genitori del Riccio, lì al paese del Riccio, è un rettangolo di due metri per tre. Togliendo la cucina componibile, il frigo, una sedia e un porta-frutta, una bacinella turchese sempre presente in un angolo a terra in cucina, a volte un'altra sedia, la scopa e una confezione di acqua minerale, di spazio vivo calpestabile ne rimane un paio di metri quadrati scarsi. Scarsi. Davvero un nulla se a calpestarli sono quattro famiglie, dieci persone, di cui nove adulti e una bimba di due anni in preda alle smanie distruttive del diavolo della Tasmania, a volte un cane, eccitato dalle suddette smanie, altre volte amici, amici stretti, amici lontani, amici di amici, vicini di casa, tutti insieme contemporaneamente. Stipati come capretti, a darci pacche involontarie, permesso e scusate detti da ognuno di noi decine di volte, un andirivieni scomposto e una maniera genere cubo di Rubik per addensarci tutti al meglio in quei due metri quadrati scarsi.