Veronica e il Riccio si sono conosciuti con una gentilezza.
Una sera in un locale, dove lui suonava ad una jam session, costretti da un corridoio stretto a incontrarsi, scontrarsi, fermarsi, lui le ha ceduto il passo, lei si è girata verso di lui e gli ha sorriso.
Nient'altro. Avanti lei, lui dietro, verso l'uscita del locale.
Nient'altro, se non fosse che erano già inesorabilmente l'uno dell'altro.
E che in mano portavano fuori dal locale la loro storia tutta da tessere.
E, una volta fuori, quella sera ce ne sono state altre di gentilezze. Come quando il Riccio ha chiesto a Veronica se avesse da accendere. E dopo un quarto d'ora che si parlavano fittamente, dalla tasca del Riccio sono venuti fuori tre accendini.
Ne hanno riso, e così ridendo si sono incamminati nella loro nuova vita senza punti di ritorno.
Oggi hanno una casa, gli oggetti condivisi, asciugamani, lenzuola, piatti, bicchieri, tazzine, una vita da organizzare ex novo, una bambina e da qualche giorno, dopo un litigio, la loro prima crisi.
E Veronica ne può parlare perché sa quanto siano fisiologiche le rotture, quanto siano focalizzanti e riequilibranti, come il riposo per il corpo, per due che hanno sperimentato soltanto la bolla saponosa del loro sentimento e mai il contrasto tutto da gestire. Veronica sa quanto valga che la bolla saponosa si riposi.
E soprattutto ne può parlare perché nonostante non si parlino da più di 5 giorni, non hanno dismesso le loro reciproche gentilezze, perché da questa pasta son nati e di questa pasta son fatti.
La mattina il caffè lei per lui, il pomeriggio il caffè lui per lei. La preparazione dei pranzi e delle cene come sempre equamente distribuita e i soliti "com'è? ti piace?".
E i vari sparsi "copriti, fa freddo";
"hai dimenticato il cellulare";
"lascia: è pesante, lo prendo io";
"ti accompagno".
E ovviamente tutto quello che gira attorno alla loro bambina: risate, resoconti, teorie, sorprese.
Per il resto (e ne rimane tanto di resto nella loro giornata) vige un assoluto silenzio, di quelli che fanno rumore tanto sono invadenti.
Veronica ha però notato che quando sono fuori parlano. Camminano vicini, decidono assieme, si chiedono, si consigliano, insomma condividono.
Forse perché nonostante tutto sono una famiglia e lì dove fuori piove un mondo freddo c'è bisogno di punti di riferimento, di appoggi delle coordinate, di portare il conosciuto nello sconosciuto, di portare casa dove casa non c'è.
E lei guarda il Riccio, lo vede spingere gli occhi lontano, poco più sereni, così diversi da quelli che in questi giorni posa sulle loro cose, sulla loro casa.
Allora in cuor suo Veronica pensa che quest'anno sotto l'albero metterà una bella e confortevole tenda a tre posti per portare lei, il Riccio e la loro bambina, a vivere magari in strada, al parco, al negozio di merceria o al supermercato e riprendere la loro mirabolante, saponosa avventura tra scaffali, carrelli, banconi del pesce e offerte del giorno.