8.12.10

"Via, via, vieni via con me"

Veronica e il Riccio si sono conosciuti con una gentilezza.
Una sera in un locale, dove lui suonava ad una jam session, costretti da un corridoio stretto a incontrarsi, scontrarsi, fermarsi, lui le ha ceduto il passo, lei si è girata verso di lui e gli ha sorriso.
Nient'altro. Avanti lei, lui dietro, verso l'uscita del locale. 
Nient'altro, se non fosse che erano già inesorabilmente l'uno dell'altro. 
E che in mano portavano fuori dal locale la loro storia tutta da tessere.
E, una volta fuori, quella sera ce ne sono state altre di gentilezze. Come quando il Riccio ha chiesto a Veronica se avesse da accendere. E dopo un quarto d'ora che si parlavano fittamente, dalla tasca del Riccio sono venuti fuori tre accendini.
Ne hanno riso, e così ridendo si sono incamminati nella loro nuova vita senza punti di ritorno. 

Oggi hanno una casa, gli oggetti condivisi, asciugamani, lenzuola, piatti, bicchieri, tazzine, una vita da organizzare ex novo, una bambina e da qualche giorno, dopo un litigio, la loro prima crisi. 
E Veronica ne può parlare perché sa quanto siano fisiologiche le rotture, quanto siano focalizzanti e riequilibranti, come il riposo per il corpo, per due che hanno sperimentato soltanto la bolla saponosa del loro sentimento e mai il contrasto tutto da gestire. Veronica sa quanto valga che la bolla saponosa si riposi.
E soprattutto ne può parlare perché nonostante non si parlino da più di 5 giorni, non hanno dismesso le loro reciproche gentilezze, perché da questa pasta son nati e di questa pasta son fatti. 
La mattina il caffè lei per lui, il pomeriggio il caffè lui per lei. La preparazione dei pranzi e delle cene come sempre equamente distribuita e i soliti "com'è? ti piace?". 
E i vari sparsi "copriti, fa freddo"; 
"hai dimenticato il cellulare"; 
"lascia: è pesante, lo prendo io"; 
"ti accompagno". 
E ovviamente tutto quello che gira attorno alla loro bambina: risate, resoconti, teorie, sorprese. 
Per il resto (e ne rimane tanto di resto nella loro giornata) vige un assoluto silenzio, di quelli che fanno rumore tanto sono invadenti. 

Veronica ha però notato che quando sono fuori parlano. Camminano vicini, decidono assieme, si chiedono, si consigliano, insomma condividono. 
Forse perché nonostante tutto sono una famiglia e lì dove fuori piove un mondo freddo c'è bisogno di punti di riferimento, di appoggi delle coordinate, di portare il conosciuto nello sconosciuto, di portare casa dove casa non c'è. 
E lei guarda il Riccio, lo vede spingere gli occhi lontano, poco più sereni, così diversi da quelli che in questi giorni posa sulle loro cose, sulla loro casa. 

Allora in cuor suo Veronica pensa che quest'anno sotto l'albero metterà una bella e confortevole tenda a tre posti per portare lei, il Riccio e la loro bambina, a vivere magari in strada, al parco, al negozio di merceria o al supermercato e riprendere la loro mirabolante, saponosa avventura tra scaffali, carrelli, banconi del pesce e offerte del giorno.


Paolo Conte - Via con me

11 commenti:

  1. Quanto sei Vera, Veronica.
    Ti infili in uno stato d'animo e lo svisceri, lo arredi, lo traduci, lo dipingi, lo modelli.

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  2. 'erano già inesorabilmente l'uno dell'altro': io mi sono fermata a questa frase, a quella sera, mi sono ritrovata anch'io in quel corridoio stretto ad osservarvi. Chissà che bell'incontro.
    Quando litighiamo io e Mr B non c'è spazio neanche per le gentilezze. Solo silenzio pesante rotto da qualche frecciatina acida che diventa sempre più pesante o da cominicazioni di servizio assolutamente necessarie tipo 'gli hai dato le pastiglie?', 'ha preso lo sciroppo?'. Preferirei il silenzio assoluto.

    Mi hai fatto ripensare al nostro primo incontro, 13 anni fa..
    Stasera magari glielo faccio il caffè, anche se 'stiamo litigati' da due giorni..;)

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  3. diky,
    molte molte grazie. direi che tu sei la prima a parlarmi di autenticità, che non può farmi altro che piacere
    visto che il passaggio dai pensieri alle parole è sempre tortuoso.
    grazie :)

    mami,
    sarà che sei presa da questi tuoi due giorni...
    ma, se posso, penso che quelle comunicazioni di servizio, seppur fredde e spoglie, rimandano comunque ad una storia, ad un rapporto, ad un progetto, ad uno stesso impegno, condivisi. per cui...
    magari faglielo il caffè

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  4. mamma mia,
    13 anni...grandioso :)
    senza considerare le scuole medie (poi un giorno se ti va mi racconti :)
    noi invece solo 3
    a marzo

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  5. te lo racconterò sì quando ci vediamo.
    quando
    ci
    vediamo..
    ma quando ci vediamo?

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  6. è normale.
    litigare, dico.
    non trovarsi, qualche volta, anche nel più completo innamoramento.
    l'importante è non rifugiarsi nei non detti.
    non attaccarsi a quelle gentilezze per non affrontare le cose che fanno un po' male. ma che se si lasciano lì a covare rischiano di diventare buchi un po' troppo neri, che poi richiuderli o riempirli, tornandoci sopra dopo tanto tempo quando non è più possibile evitarlo, diventa molto più faticoso. e doloroso. magari ce la si fa, noi ce l'abbiamo fatta, forse (ma che male, che male...), però parlandosi prima tutto quel male lo si poteva evitare. ecco.
    l'importante insomma, come dice la tua amica, è essere autentici e veri. anche quando è difficile esserlo, perché vuol dire ferire l'altro o se stessi.
    si capisce? mah. mi piacerebbe parlarne con te. mi piacerebbe farlo guardandoti, e che tu guardassi me. mi metto in coda.
    stasera scrivo strampalato, ché sono molto stanca. ma spero che un pochino si sia capito. che tu abbia un pochino capito.
    vabbè vado a dormire, che è meglio.
    bello amarsi così, però. bravi.

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  7. lo so cosa dici, Marta.
    ma quello che racconti tu, le gentilezze sterili, le ho vissute con chi non ho amato e non mi ha amato.
    era solo un tendere la corda. fino a poi (fortunatamente) farla rompere.
    con questo Riccio invece, è un modo naturale di stare,
    a prescindere dallo scontro, dall'incomprensione.

    p.s.: ragazze, credo che il nostro rapporto ha bisogno di una svolta
    speriamo di dargliela presto
    un bacio oltre Roma :*

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  8. io mi metterei in coda al check-in del primo volo per Catania se solo non dovessi coordinarmi con bimbi, marito, lavoro, scuola, etc etc
    ...

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  9. mumble mumble
    io e lui siamo in rotta. o meglio, io sono in rotta con lui. non lo sopporto più. saranno i 19 anni ininterrotti e i due figli pazzeschi che ci ritroviamo? (oltre alla casalinghitudine forzosa di entrambi??). bah...
    se resistiamo a settembre festeggeremo i primi 20 anni.
    chissà.

    a.

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  10. ehi laggiù: tutto bene?

    @a: ventanni insieme!!!!!!!!!!! ma allora è amore, figurati affiora neanche una piccola crepa.

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  11. anche noi, a.,
    stiamo sperimentando la casalinghitudine...
    a volte appesantisce...
    24 ore su 24...
    tutti i giorni...
    fortuna che siamo una coppia giovane.
    e che Sofia stempera la noia.

    ad ogni post escono punti in comune, hai notato?
    questo ancora riesce a sorprendermi...
    e a confortarmi

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