30.10.11

Per ogni mai detto, metti nel taschino un cornetto (portafortuna)

L'impreparazione. 
C'era questa ragazza, qualche anno fa, che frequentacchiavo. Era una mosca bianca tra noi del gruppo appena ventenni, il tempo delle mele e delle canne in mano.
Ci invitava a casa sua a fare baldoria, quella inconcludente e carnevalesca dei ragazzini che non hanno niente da fare se non quello di sperperare il loro tempo ingannandosi di pensarlo come tempo creativo e parlare di politica per sentirsi in qualche modo ancora parte del mondo, seduti sul suo divano tra i Violent Femmes e le fotocopie stropicciate di materie che non avrebbe mai dato.
Lei aveva ventisei anni e una bimba di cinque.
In effetti era sua figlia la mosca bianca, mica lei, la mamma.
Piaceva che quella piccola mosca ballasse il nostro rock e ne recitasse a memoria le parole. Che chiedesse di andare alla manifestazione di protesta piuttosto che sull'altalena. Si rideva di questa cosa.
Ma lo sapevamo tutti che c'era qualcosa di profondamente sbagliato. Che le mosche nere dovessero starsene tra quelle nere e le bianche sull'altalena ad ascoltare le favole.
Lo sapeva benissimo anche lei, la mamma.
C'era sempre uno specie di dolore in quella ragazza. Glielo potevi vedere tutto addosso. Soprattutto quando sua figlia le si sedeva in braccio.
Qualche volta la trovavi seduta a terra a ripetere ad alta voce, finché qualcuno non arrivava e metteva su i Violent Femmes. Ci provava qualche volta. Quelle fotocopie credo fossero uno specie di appiglio. Ma non c'era niente da fare. Era stata colta impreparata. Era arrivata sua figlia. E ancora, dopo cinque anni, non ne veniva a capo, navigava nel buio più completo e nell'incapacità assoluta di prendersi cura di se stessa e di sua figlia.
Mi terrorizzava guardare quelle fotocopie abbandonate.
L'idea che avevo e che ancora oggi ho della maternità non aveva nulla a che fare con quella. Ero sicura che una madre portasse i capelli raccolti e l'incedere di una donna calma ed equilibrata. Risolta.
Ed è lì che me lo sono detto. Mai.
"Mai verrò colta impreparata. Avrò un figlio solo quando avrò risolto tutto. Mai prima."
Anno Domini 2012.
Io non sono impreparata. Per certi versi sono proprio stata rimandata a Settembre.
E siamo a Novembre.

La paura.
Rosaria invece aveva paura di tutto. Era una collega di lavoro di mia madre. E aveva confuso il posto di lavoro per un asilo nido e mia madre per la Madonna: tutte le volte che le andava qualcosa storto si rifugiava sotto la sua gonnella perché la salvasse da questo mondo cattivo, cattivo mondo.
Aveva gli occhi rotondi, il viso ovale, la pelle morbida e profumava di zucchero: insomma tutti i connotati che la natura mette a disposizione del neonato perché provochi negli adulti il senso di protezione nei suoi riguardi. A guardarla, se fossi stata in allattamento, me la sarei messa sulle ginocchia e gliela avrei fatta fare una poppata. Perciò quando scoprii che aveva trentott'anni e una figlia di otto rimasi scioccata.
Anche lì dissi mai.
Mai avrei cresciuto un figlio sulla strada della paura. Sarei andata dritta e sicura, alto il mento, chiara la meta e lui per mano; io la lancia, lui lo scudo; io il vento, lui la foglia; io... lui...
A. D. 2012
Seeeeeeeee.
Si'ori e Si'ore, vendo la paura, la vendoooo, prezzi stracciatiiii, tutto frescoooo, venghino, Si'ori, venghinooooo.

La pazzia di Madre Misericordiosa.
Marinella. Trent'anni. Siamo state colleghe qualche luna fa.
Ehmm... Chi bazzica gli aereoporti ci avrà conosciuto. Piacere! siamo quelle che mentre state per perdere un volo e vi girano, o siete appena arrivati, e vi girano, zac! siamo lì a tirarvi addosso le carte di credito.
Ecco.
Lei in questo era una specie di mantide. Mieteva tra i testicolati. Due moine, un sospiro, gli occhi a cerbiatto, un triplo carpiato sul desiderio di essere un gallo e voilà! Marinella si è arricchita e ha aperto un asilo nido.
Dopo ogni performance però tornava al banco, si sedeva e toglieva il trucco da gatta in calore.
E mi diceva che lo faceva per sua figlia, che era la cosa che più amava al mondo, che ci aveva provato a stare a casa per i primi due anni ma che poi ha incominciato a dar di matto. E che le faceva bene starle lontana, avere i suoi spazi, fare la mantide.
Ed eccolo che partiva il mio mai. Mai avrei lasciato mio figlio, mai sarei scappata per matta da lui, mai....
Oggi so, dopo due anni a casa con mia figlia, che se non sono impazzita è per culo.
Oggi so che il mio sogno erotico è andare a lavorare.
(Il mio sistema nervoso ha appena messo un like).


Potrei anche continuare, eh? Ma vedo che mi son fatta lunga. I tempi, si sa, li vogliam stretti.
Ho però un'ultima cosa da dire.
Nella mia vita ho provato con mano che il MAI è una specie di chiave d'accesso per sfighe future. E soprattutto è una specie di provocazione lanciata ai disegni dell'Universo. Nel senso che l'Universo non t'ha mai cagato. Quando hai chiesto, tutte le volte, qualsiasi cosa, chennesò, tette più sode, casa principesca, vittoria al Lotto, lui ti ha ignorato, ha ruttato uno specie di 'tz e ha continuato tranquillamente ha scribacchiare sui quei disegni. Allora c'hai pensato, ti sei detto che magari le tue richieste erano un tantinello minchione e hai cambiato tiro, hai cominciato a chiedere la pace nel mondo, la fine della fame, la caduta del governo B. (B come Botte ne er cul. Nel più ampio ventaglio di significati che è possibile attribuire al francesismo). Vedete bene che niente, nemmeno qui ci può.
Ma appena dite MAI.
Lo sentite? Il sogghigno lo sentite?
Non appena gli arriva, all'Universo gli prende qualcosa, scatta la molla, molla i disegnini, molla tutto e viaaaaaaa. Con il MAI da voi pronunciato si da alla pazza gioia.

E vissero felici e contenti. Conclusioni.
Perciò è molto semplice: mai dire mai... ops!
Fate in modo che i vostri pensieri non abbiamo mai il mai... ehmm...
Mai incominciare frasi con... mmmmm
Facciamo così: dimenticatevela! Quella parola, via!, marche!, fuori dal vostro vocabolario.
E se proprio vi scappa, fate come me. Tutte le volte.


r' corn'.

Tié.

16 commenti:

  1. Eccomi, con la solita sigaretta. Certo se mi pubblichi prima di pranzo me la fumo prima di pranzo.
    Ho in testa un sacco di mai ed evito di pronunciarli, per scarmanzia o per umiltà, forse. E sono circondata da amiche, coetanee gravide o che hanno partorito da meno di un anno o che stanno per. C'è stato il boom delle nascite, qui a Peyton, e dei matrimoni. E io sono la mosca nera per via dei mai che ho nella testa e tento di non pronunciare ogni volta che mi coinvolgono nei loro discorsi. Il fatto è che è difficile spiegare che ora non mi va.

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  2. eh eh!
    io ho appena finito perciò... perfetta.

    comunque.
    è chiaro che poi il discorso dei mai si prende più in generale.
    ad esempio per me, nel primo esempio, era più: non arriverò senza laurea prima di avere una famiglia. per me la laurea era fondamentale a quel tempo. chi non l'aveva era un caprone. ero molto snob una volta.
    vedi un po' come mi è finita!
    il post tocca la maternità, ha questo punto di vista, perché... va be', è ovvio...
    oppure, un altro esempio. ho sempre odiato tutto quello che gira intorno al consumismo, al mercato, ai soldi ecc. e sai che c'è? tutti i lavori che ho fatto, compreso quello dell'esempio di Marinella, sono stati solo, e dico solo, su questo fronte.
    ecco.
    Avviso a Universo: infatti è proprio per questo, perché odio il consumismo, che non avrò mai e poi mai milioni di euro in banca. mai, dico mai. mai mai mai mai.

    comunque numero 2.
    se me lo permetti. sarebbe bello avere in giro degli alessandrini. :)

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  3. ecco, mi hai fatto riflettere sulle cose che ho detto che non avrei MAI fatto e che invece HO fatto...
    ...
    ...
    m.

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  4. COSA? COSA?
    odio i puntini, li odio!!!

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  5. no, no, lasciali lì va che è meglio
    m.

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  6. Quando mi sono sposata, ho buttato alle ortiche un sacco di mai (mai le bomboniere, mai il pranzo, mai inviterò lo zio che mi sta sullo stomaco...). Alla fine ero diventata zen e concluso che sui "mai essenziali" nessuna deroga, sugli altri... ma chissene (direbbe il mio primogenito pre-preadolescente).
    Poi sono arrivati i figli. E ho imparato che si fa più bella figura a non dire mai "mai" (mai nel lettone, mai alzati da tavola prima che abbiano finito tutti, mai...).
    A pensarci bene 12 anni e 3 figli fa, devo anche aver detto "Non mi sposerò mai e non avrò mai figli!". Mi sarei persa una delle cose migliori che ho fatto nella vita.
    (ps. comunque anche io non sarò mai ricca... si sa mai...)

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  7. opppppperò! una pedagoga! ti verrò a disturbare sicuro. le tue competenze, in questo momento, sono per me la mia religione! hai presente "asilo nido", no a raffica, iper sensibilità ad esser ripresa? insomma il solito casino. AIUTO!

    e sì. anche per me alcuni dei miei mai mi hanno salvato la vita.
    (mi rendo conto di quanto quest'ultima frase sia molto "Ego". me-miei-mi. la lascio.:)

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  8. io però sono sicura di una cosa: non mi farò MAI bionda. segnatelo, ok?
    ;)
    m.

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  9. no, eh? Universo, non ascoltarla! non me la fare bionda, te prego!

    mah. io scrivo un post. do una dritta semplice. mi sembra anche di essere stata chiara.
    e che succede? ci sono più mai in questo comment form che in una intera era geologica.
    mi sento frustrata.


    :)

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  10. Eh non so se posso aiutarti :P mai avuto a che fare con distacchi stile cozza polipo, mai avuto bambini che pare sappiano dire solo no anche se ti assicurano del contrario ("Ma tu sai dire solo no?" "NO!"), mai avuto figli che piangono gettando lacrime a spuzzo appena vagamente ripresi...
    e mai credere a chi dice mai (ma anche a chi dice sempre...).
    Insomma... mi piace essere "disturbata" per le mie "competenze" (suona molto bene) :)

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  11. L'evoluzione della specie con me ha fallito: detti un sacco di mai, contraddetti dal tempo, e comunque continuo a dirli... dalle sciocchezze ai massimi sistemi. Che dici, faccio harakiri? Ah, già, non posso, ho un pupotto da accudire... vabbé, rimandiamo a data da definire?

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  12. bella, mi sembri tutto tranne che da harakirare.
    pupo da accudire o no.
    "dalle sciocchezze ai massimi sistemi". ci starei delle ore su questa frase. :)

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  13. Ti prego, parlaci ancora del primo soggetto, quello dell'impreparazione. Cos'aveva quella donna? Non ho capito. O forse sì.

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  14. Mai avrei fatto un figlio dopo i 30... perché volevo essere per lui il compagno di giochi, l'amico e il padre. Ma il destino ha voluto che arrivasse sulla soglia dei 36 (ma proprio sullo zerbino d'entrata, 14 giorni prima). Non sarà Mai figlio unico ma.. mi accorgo che stanca, che sono stanco, che si fa fatica e mi ritrovo a chiedermi anche io, sarà Mai fratello di qualcuno?... Ok, scusa il disturbo, ma questa tua riflessione mi ha preso tantissimo e dire che non so neanche come ci sono arrivato su questo blog. Comunque bello il blog. Comunque bello il post. Ora vado in giro e scopro il resto, ti sei guadagnata un lettore :)

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  15. Ehh.... in ritardissimo. scusatemi.
    Anacronista, è un grandissimo piacere averti qui. Quell'impreparazione è di chi arriva ancora bambina, o ragazzina, alla maternità.
    non dal punto di vista anagrafico, eh? è una colpa imperdonabile, a mio parere. Gli adulti possono essere dei veri genitori. Gli altri sono, non lo so, compagni di gioco?


    Ecco, appunto VecchioOlden :)
    grazie.

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