4.11.11

La faccia buona delle maschere


Lei è la pelle che indossiamo.
Non quello che siamo. Quello che scegliamo di essere.

Checché ne vogliamo dire o fare, deriderla, puntarla, sminuirla, screditarla, coglierne solo il lato ridicolo, ammettiamolo: non potremmo agire senza una maschera.
Lei è il nostro veicolo per essere qualsiasi cosa ci immaginiamo di essere. Non potremmo mai intraprendere nuove sfide se non ci fosse lei a farci da momento di iniziazione. 
Se non indossassimo la maschera la prima volta di qualsiasi volta non inizieremmo nemmeno. Se il primo giorno di lavoro un imbianchino non mettesse la maschera dell'imbianchino, non potrebbe mai iniziare ad esserlo. 
Lei rappresenta il momento antecedente l'epifania di quello che siamo. Ci traghetta. 

E adesso so che per le prossime feste con travestimento che verranno dovrò smetterla di fare spallucce. 
Perché per Sofia ogni momento è un'epifania e ha bisogno continuamente di indossare tutti i vestiti di cui si dispone per "diventare", compresi quelli di una di quelle feste che in genere riassumo con la parola idiota
E ho scoperto che non c'è niente di idiota nella festa appena finita, che non ha niente a che vedere con hamburger e marshmallow. Ma porta maschere da mondi sotterranei che i bambini non hanno paura di bazzicare, loro che vogliono i denti lunghi, la pelle rossa, le unghia nere, il sangue dalle ferite, i nasi violenti, gli occhi cattivi, loro che non lo sono cattivi eppure hanno bisogno a volte di esserlo, o forse di essere solo un po' più forti sotto a quei mantelli. Loro scelgono ancora le maschere peggiori. 

Noi abbiamo partecipato lateralmente al gioco del mascheramento guardando i mostri che ci venivano incontro. Sofia ha avuto paura la prima volta che un diavolo rosso, rattrappito e venoso le si è avvicinato. E siccome, da diavolo com'era, è scappato via in un lampo, non le ho potuto svelare il trucco.
E dopo è stato un continuo di: 
pau'a 
nooo paura: prima si mette la maschera (metto la mano sopra gli occhi e mi faccio brutta) e poi?
toglie (tolgo la mano e sorrido)
e si diventa?
normale
Maschera, mettere, togliere, normale. Le parole trascinate fino ad oggi.
Perfetto, no? Semplice, immediato, logico.
Il bello di spiegare le cose ai bimbi è che poi le capisci anche tu.


Metto le maschere anch'io. Poi a volte le tolgo.

10 commenti:

  1. ho un leggero sorriso sul volto...poi un giorno dovrai anche spiegarle che c'è gente che quelle maschere si ostina a portarle nonostante la festa sia finita.

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  2. per esempio, adesso da mamma che "ti preparo il latte? allora lo yogurt? dai! devi mangiare qualcosa!" per risponderti mi sono messa la maschera della blogger (assennata).
    maschera non è qualcosa di posticcio. è posticcio solo le prime volte (ad esempio quando mi sono messa qui sul blog a scrivere il primo pezzo).
    dopo invece la maschera è lo strumento che attinge da quello che già sei. io sono una blogger, ma dopo "lo yogurt a mia figlia" rispondere al tuo commento è un cambio di stato che riesco a fare con una sorta di maschera.
    dunque questo è buono, "la faccia buona della maschera"
    se tu, Michi, ti riferisci alle maschere mostruose, che alcuni scelgono di indossare al di fuori della festa,
    allora sì, hai proprio ragione, mi toccherà spiegarglielo.

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  3. ... ma quanto sei bella?...
    a.

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  4. ho in testa un puzzle di tue foto, tutte completamente diverse una dall'altra..ma chi sei tu, in realtà?
    m.

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  5. La mia maschera l'ho indossata negli ultimi anni ogni santo giorno, un secondo prima di entrare in ufficio ed un attimo dopo esserne uscita. Tornata a casa, con il mio compagno e la nostra bimba mi sentivo/sento completamente a "viso scoperto", ma sai che c'è? Certe persone nn meritano di conoscerti a fondo, e quindi che si tengano la tua maschera.
    Ps sei bellissima, che occhi!!

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  6. bel post e belle foto...mi sono ritrovata nella frase "Il bello di spiegare le cose ai bimbi è che poi le capisci anche tu" è proprio quella la magia.

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  7. è vero, anche io quando spiego capisco! Stamattina ho capito la proprietà invariantiva, chi è l'archeologo, cos'è il modo infinito sulla linea del tempo, perché Corrado non sta mai zitto, perché Angelica ha sempre i capelli in disordine. E mi sono messa la maschera da maestra, da maestra buona, da maestra simpatica, da maestra arrabbiata, da maestra che parla con le mamme.
    Direi che le maschere sono proprio quello che dici tu, quando sono parte costruttiva nella nostra vita, e direi anche che è proprio quello che chiedo ai miei alunni, di essere sempre diversi in ogni contesto perché ogni contesto chiede una parte di loro. A scuola si parla italiano, a casa come si vuole, a scuola si sta seduti composti, a casa si sta spalmati sul divano. Così sarà per tutta la vita e così è per me: a scuola sono seria, solida e coerente, a casa dico le parolacce con la sigaretta in bocca!
    Come sempre leggerti mi arricchisce e questo mi piace una cifra!

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  8. Sono d'accordo con Michivolo: c'è chi, con le maschere appiccicate, ci vive :D

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