22.5.12

Tutta la voglia di abbracciare Sofia che ho

Non lo so se lo avete notato, io sì, che i contenuti e la forma, in adeguamento ai contenuti, del mio scrivere su questo blog stanno cambiando.
E mi sembra bellissimo. Uno, perché quando si cambia è quasi sempre in meglio, anche quando sembra in peggio. Due, perché chi lo avrebbe mai detto che un giorno le questioni del mondo mi avrebbero interessato davvero.
Me la son sempre fatta alla larga dalla politica, quella dei partiti, dei governi e dei tg. Ho partecipato, sì, a tutte le occupazioni che un liceo classico di antica e radicata cultura prevalentemente comunista richiedeva all'occorrenza, ma forse oggi mi dico più per questioni ormonal-adolescenziali che per un reale senso di partecipazione politica.
La mia politica era più concettuale, teorica, più esistenzialista, forse perché anni di studio ripetuto dei grandi tre, Socrate, Platone e Aristotele, hanno alla fine lasciato il loro zampino su quella che sono. Ho sempre pensato che da un lato ci fossero i politici, con i loro affari e rimestaggi, e dall'altro la vera gente che vive la propria vita.

Cosa non fa sulla coscienza la nascita di un figlio. Scuote tutto quello che rimane assopito e che assopito non deve rimanere.
Sofia ha scosso tutte le mie coscienze: quella esistenziale, quella dei sensi, quella emotiva, psicologica. E quella mondana, quella del mondo cioè.
Quella che non può essere più autoreferenziale, di quello che ci piace osservare per ego e tiene fuori quello che ci annoia.
Oggi mi piace guardare il mondo, le sue azioni, come la sua politica si infila nelle nostre vite e la condiziona.
Semplicemente perché oggi è il mondo di Sofia, non più solo il mio.

Penso al padre bresciano, di cui non se ne può dire niente. Però è un fatto che nelle ricostruzioni che se ne fa assieme a "gesto folle" esca "disoccupato". Insomma una follia indifendibile, una ferocia criminale, che forse però oggi viene difficile inquadrare come caso limite e libero da connessioni: forse fa parte di quella trama ingarbugliata di questi nostri giorni. Penso alle cause di questa follia sempre più comune, dio. Non lo so.
Sapete però che c'è? C'è che tutte le volte io reagisco nello stesso identico modo.
Dico "tutte le volte" perché mi capita sempre più spesso di rimanere invischiata in video o notizie di paternità e maternità incarnate da Satana. E sì, perché, nonostante tutta la nostra abilità a voler reperire spiegazioni razionali, in questi casi non c'è altra spiegazione plausibile se non il ricorso a cause metafisiche di esistenza di gironi infernali.
E quindi tutte le volte corro da Sofia.
E poi l'abbraccio, ci gioco, causo risate a crepapelle. Insomma, me ne accorgo che è una reazione, più che una condizione. Lo sento che il mio è qualcosa di ricercato, di provocato rispetto a tutti gli altri gesti quotidiani miei e di Sofia.
Lo so cos'è. Ma adesso per parlarne mi farebbe comodo essere un uomo, che quando s'avventura in certi discorsi non scade mai nel prolisso e nello svenevole.
Tanto lo sapete cos'è. Magari lo fate anche voi.



Lo so, lo so: oggi è un po' mammite.


Abbracci.

6 commenti:

  1. Di solito la mammite mi fa schifo, ma...
    Sarà che forse mi ci sono avvicinata parecchio, a quello stato nell'ultimo periodo, ma non so... Mi sembra quasi di capire. Ed è carino, sì.

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    1. Arianna, io ti ho letto ed è difficile commentare, come tu ben capirai.
      Perciò, riferito alla tua storia, vorrei capire cos'è carino. Tanto per avere qualche elemento in più.
      Grazie.

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  2. Tu hai scritto tutto questo paragrafo:
    "Cosa non fa sulla coscienza la nascita di un figlio. (...)
    ...Semplicemente perché oggi è il mondo di Sofia, non più solo il mio."

    Ed è una delle cose più belle e tenere e primitive che esistano. Almeno, io lo avverto così. Inizialmente ho immaginato tutte quelle sensazioni al contrario, come mi è istintivo fare, cioè secondo il punto di vista della bambina (perchè ancora mi ci sento parecchio, e ancora sono in cerca di quel senso di protezione che descrivi). Una bambina accarezzata e amata con dolcezza. Una dolcezza forte. Una bella sensazione.

    Poi è scattato qualcosa, e mi sono resa conto di quanta tenerezza possa provare anche (ma soprattutto) una madre che è in grado di riuscire a donarla ai propri figli. Perchè se il bambino la avverte, è perchè la madre è la prima a sentire certe cose, la prima ad avere l'istinto di mostrarle.
    Ed ho pensato che forse potrebbe succedere anche a me. Ho pensato che in fondo già è successo in alcuni momenti, come quando dopo aver saputo di essere incinta mi sono subito precipitata a leggere le contrindicazioni di alcuni farmaci che prendo sul foglietto illustrativo durante lo stato di gravidanza. O quando per paura di una gomitata mi sono protetta la pancia. O quando mi sono sentita morire quando la ginecologa mi ha detto che probabilmente non avrei comunque potuto portare a termine la gravidanza.

    Sono queste le cose che ricorderò. Cose carine, piccoli assaggi di quello che hai tu. :)

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  3. So bene quanto ti cambia, anche da padre, la nascita di un figlio.
    Diventi un altro te stesso. Sorvegli il tempo in un modo più consapevole e cammini piano, perché non si incrini (parafrasando Montale) sulla felicità...
    Ciao.

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    1. che meraviglia.
      ... camminare piano però... sarebbe stupendo se lo sapessi fare. Piuttosto sembro una ragazzina che scappa da qualcosa, come se dietro ci fosse qualcosa e io corro (sempre parafrasando).
      Non tutto cambia, purtroppo.
      Bello :): sei papà!!!

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