20.6.12

Io non sono come lei (io vorrei, non vorrei, ma se vuoi...)

Gira sta voce che dopo i primi due anni pazzi dalla nascita di vostro figlio, in genere il primo, la ruota, quella che, appunto nei primi due anni, perde fluidità, s'arrugginisce, gira come quei vecchi carri sgangherati di qua e di là come fosse ubriaca, quella ruota, che poi sarebbe la ruota della vostra personalissima vita, gira sta voce che poi dopo i primi due anni ricominci a girare bene.
S'intende probabilmente una specie d'affrancarsi reciproco, del genitore e del figlio, l'uno dagli squilibri della sindrome "non avrai altro genitore all'infuori di me", l'altro da quella visione che ha del proprio genitore come distributore automatico, quello tarocco senza monetine, di soddisfazioni delle proprie necessità.
Ora, non so come dirvelo, cari genitori che domani compirete i primi due anni pazzi e siete già con lo spumante in mano pronti a brindare per la vostra ritrovata libertà, voi che avete prenotato un viaggio ibicenco, o che avete messo in una pila ghiotta tutti gli arretrati da leggere, o che avete già disposto le vostre trenta candele profumate su quella vasca yin e yang om #sonountutt'unoconl'universo,
non so come dirvelo, ma questa voce mi pare 'na minchiata.

La verità è che continuerete ad andare dai vostri suoceri in quel del paesino montanaro, tra vegetazione, casolari e presenze semoventi: età media centoquattro anni, e durante il viaggio in macchina canterete "La stessa voglia di vivere in casa di riposo che ho"; guardando con cupidigia la pila degli arretrati da leggere, continuerete ad aspettare con ansia l'arrivo dell'azione corrosiva del consumismo*, che nei libretti di cartoncino spesso delle favolette non arriva mai, mai, mai, mai... ; e continuerete a farvi quella doccia tristissima, durata massima venticinque secondi, durante i quali non vi rilasserete mai, (mai, mai, mai...) aspettando l'imminente catastrofe di là in cucina #sonountutt'unoconloyogurtdisseminatosuldivano.


Insomma, a meno che vostro figlio non sappia fare la carbonara come dio comanda, non vi aspettate sostanziali cambiamenti.
Non cambiare più il pannolino non farà di voi esseri umani con libero arbitrio.
Ci sarà qualcos'altro a tenervi in modalità automa reattivo.


Tre anni buoni passati ed eccomi ancora qua.
A stare dietro alla sua nuova passione da baby Barbie, cambiandole ogni dieci minuti i vestitini secondo il suo umore, le scarpe secondo il suo umore, treccine, codine, niente treccine, niente codine, fermaglietti, secondo il suo umore. Ogni dieci minuti, ché è proprio femmina.
A coccolarla ogni cinque minuti che i giochi all'aperto si son fatti seri e cade e si sbuccia i gomiti, e poi le ginocchia, e poi le mani, e poi i piedi e a turno di nuovo tutta l'anatomia delle sbucciature.
E poi è stanca e vuole raccontata la favoletta, la stessa finché non la racconta lei al posto mio, epperò non vale e quindi devo comunque leggergliele io, e rileggergliele e rileggergliele e rileggergliele e rileggergliele finché non c'è più spazio per quelle quattro cose che mi ricordo quando ancora studiavo e adesso ricordo solo la storia di mucca Lella che non faceva più il latte ed erano tutti disperati e sono disperata anch'io ma non certo perché mucca Lella non fa più il latte.

Sono disperata perché in questi giorni mi viene in mente la mamma di una mia vecchia compagnetta di classe.
Casalinga. Mamma. Nient'altro.
Di quelle brutte, le peggiori, di quelle "Maaaammmmaa me lo dai il succo di fruttaaaaaa", "Maaaaammmmaaaa, me le allacci le scarpe", "Maaaammmmmaaaaa me la cambi la magliettaaaaaa" "E non mi rompereeeeee, maaaammmaaaaaa"
Di quelle "non ti preoccupare, tanto ora mia madre pulisce. Maaaaaammmmaaaaaaa pulisciiii qui a terraaaaaa che si è sporcatoooooo?".
E per tutte quelle vocali sprecate pensavo due cose.
Una era "muovi il culo e allacciatele te le scarpe"
Due era che la mamma fosse un gradino prima del celebro leso. Il fatto che sapesse allacciare le scarpe mi impediva di pensarlo del tutto.


Tre anni.
Ed eccomi qua.
A pensare che prima di arrivare ad allacciare le scarpe come unico termine della mia umanità,
e soprattutto prima di arrivare a dire quella frase ignobile da repressa "ho dato tutta la mia vita per te",
devo assolutamente trovarmi un cazzo di lavoro.


*upgrade:
cavolo! Ci penso da cinque giorni e mo' me viene: obsolescenza programmata.
Lo so, lo so...
... ossessionata dalle parole.

16 commenti:

  1. noi il 15 luglio andiamo a ibiza. tutti e quattro.
    no così, per dire.

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  2. potevi anche fare finta.
    così, per dire.

    hhhhh... oooommmmmmm...

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  3. ho scoperto che anche il mio collega più muffo e logorroico, una sorta di Furio di 'Bianco, Rosso e Verdone' in versione pallida e anoressica, quest'estate andrà in vacanza ad Ibiza con moglie e figlie. No, così, per dire...
    ;))

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  4. non riesco a capire proprio perché, ma in testa ho la parola "provocazione".
    non so...

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    1. Ha iniziato v. e ce l'avevo con lei :) Insomma, pare che Ibiza sia diventato posto per famiglie...

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    2. in realtà pare che sia talmente grande da poter fare quello e quello. e che a luglio non sia l'inferno come ad agosto.
      e poi, pare, che abbiano messo il low cost da napoli, e che con 250 euro potevi comprare 3 biglietti e mezzo. pare. :)

      venite??

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    3. per favore, sto stirando una pila di vestiti (tutte le quattro stagioni messe insieme) con quaranta gradi fuori e dentro cinquanta.
      possiamo concludere la questione Ibiza?

      :*

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  5. Va be' dai, diamo delle prospettive a chi ha un neonato in braccio e si chiede quando sara' fuori dal tunnel... Gli arretrati da leggere prima o poi si smaltiscono, pure con due gemelli.... ;-)

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    1. :)


      p.s.: lo so... è che a volte mi parte l'acido... :)

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  6. ah le Barbie...almeno è un terreno d'infanzia comune. per fartela breve,al piccolo piacciono da morire le auto. quelle che nei rally si decompongono in mille frammenti. ora immaginami che studio i nomi delle parti delle auto...;)

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  7. ah ah! ... m'è andata meglio, allora! :)

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  8. Leggo questo post all'indomani del secondo compleanno di mia figlia. Grazie per l'incoraggiamento ;)

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  9. ... comincio a sentirmi una megera...
    :)

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  10. Sii ottimista! Se diventa studentessa fuorisede mancano solamente altri 16 anni alla completa indipendenza e riacquisita libertà. Dall'allacciarsi le scarpe al primo esame di Ingegneria (anche se spero non sia Ingegneria), quando non potrai aiutarla più coi compiti, perchè per certe cose comincerà a saperne più di te.

    Mio Dio, l'hai mai immaginata universitaria? A me fa un certo effetto solo a scriverne ora.

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    1. Credimi, Arianna,
      i bimbi son così svegli e intelligenti e sapienti che ti preparano da quasi subito a sentirti manchevole di qualcosa.

      :) Certo! L'ho immaginata in tante vesti.
      E Ingegneria non sarebbe affatto male.

      p.s.: alcune volte i post mi escono così e sembrano una lamentela nei confronti di Sofia. Ma Sofia è la cosa più bella che ho. Ecco, in realtà a volte quello di cui mi lamento è proprio questo: a volte vorrei non avere solo Sofia... vorrei anche altro.
      Non so se mi sono spiegata.

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  11. ma certo cucciola che ti spieghi!

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