30.11.12

Il Riccio si è fermato al suo paese

Non si sa come, non si sa il perché, ma tant'è, il Riccio tiene ancora in vita scambi di interessi, per lo più economici, con il suo paese d'origine.
Il paese della "domenica tutto chiuso" e quindi del sabato come giorno di via crucis dell'intero paese per il rifornimento degli approvvigionamenti, che manco fosse stato dichiarata allerta calamità, o forse sì, una specie, visto che all'orizzonte si staglia imponente e minaccioso l'arrivo del pranzo domenicale: 10 chili di pane, 10 chili di carne, salsicce, braciole, maiale e 30 di cacciaggione, che c'ha gli ossicini e a parità de magnata pesa di più, pasta, farine, dolciumi, famiglia media quindici persone.
Il paese di "tutti in macchina", quando l'estensione del paese sarà al massimo di un paio di chilometri quadrati, ma siccome il modello americano non si è lasciato intimorire, come si fece a Eboli, dal perseguire la colonizzazione culturale persino nei più piccoli anfratti del mondo, le abitazioni sono in verticale; allora il paese è abitatissimo e tutti hanno le macchine e certe statistiche son fatte proprio male, ché contano le proporzioni e mica i numeri e basta, ché se nelle statistiche contassero le proporzioni per intensità di traffico il paese del Riccio sarebbe Milano e Milano il paese del Riccio, ma a quel punto quelli che al nord si son fatti un mazzo così per essere considerati i più fighi tra le città d'Europa, non ci starebbero ad avere quel nome, insomma come si fa a dire "andiamo al paese del Riccio in via Monte Napoleone"? E allora quelli di Milano, per riappropriarsi del loro legittimo nome, dovrebbero prendere tutte le loro cose e portarle qui giù, e quelli del paese del Riccio, che la cosa di questa botta di culo improvvisa di essere considerata la città tra le più fighe d'Europa non gli starebbe proprio così male ma a quel punto dovrebbero per forza di cose tenere tutto aperto la Domenica e questo scombinerebbe i loro ritmi circadiani, e poi attacchi di panico, isteria collettiva, astenia, dovrebbero smontare le tende e salire su.
E insomma sarebbe un casino e allora lasciamo le cose come stanno.
Ciò detto, è il paese che ha le ragazze più fashion, ma più fashion che non si può, che forse quella storia di Via monte Napoleone al paese del Riccio gli è arrivata all'orecchio. E allora girano come se un domani non ci fosse, chicchissime, bellissime, fighissime e assolutamente indifferenti al fatto che al paese c'è solo un cinema che sta aperto due ore, un pub, un tabacchino, un fruttivendolo e il coprifuoco è alle 17:00.
E la Domenica no, il coprifuoco non c'è, ma è tutto chiuso.
E questa cosa di queste ragazze fashionissime ha creato un vortice spazio-temporale di grande impatto esistenziale in quel del paese del Riccio, che come predicato nominale ha un aggettivo che quelli di Milano devono aprire i vecchi libri di geografia per avere la prova della sua esistenza, e la parola è "rurale".
Che quando si dice rurale, il cervello, che cerca sempre connessioni, connette subito con campo, campo con trattore, trattore con contadino, contadino con vecchietto. Che poi è vero: al paese del Riccio ci stanno tanti vecchietti, di quelli che te li ritrovi nelle fotografie dei turisti del nord. Che poi valla a capire sta mania di 'ste foto con i vecchietti: cazzo ci sarà da fotografare? Ma perché, lì i vecchietti come sono? E quindi mi dico che la prima volta che salirò a Milano, oltre a Via Monte Napoleone, i Navigli, Berlusconi e Cologno Monzese, dove da bambina Cristina D'Avena mi diceva di inviare le letterine, farò foto ai vecchietti. Così, tanto per non sembrar scortese.
E l'altro giorno ho fatto un colloquio con uno di Alba sceso a Catania, un cinquantenne strafigo da morire, che immancabilmente, accanto a parole chiavi tipo sole - caldo - mangiare - terra, non ha esitato a sciorinare il solito cliché del "quanto siete fortunati voi che qui la vita costa poco".
Sì.
Anch'io se vado in Azeirbaigian dico lo stesso.
Voglio dire, se vengo lì su ad Alba con il mio stipendio ci posteggio due ore la bicicletta. Anche in questo caso, vedete, contano le proporzioni e mica i numeri e basta.
E allora, siccome al Riccio le cose facili non piacciono, e se, per costo della vita, Milano-Alba stanno a Catania come Catania sta al paese del Riccio, ecco che lui sta al suo paese quattro settimane a lavorare, torna qui a Catania, posteggia due ore la bici e ritorna al paese per altre quattro settimane.

Niente. Solo per dire che fuori è un mondo grigio, aspetto le mie cose e che tutte le volte che il Riccio va al suo paese mi girano le 'ste grandissime palle.
E straparlo, lo so.

6 commenti:

  1. Mea culpa. Ti ricordi quando siamo state a Catania? Abbiamo chiesto indicazioni ad un vecchietto per arrivare non ricordo dove? Beh, quel vecchietto aveva una faccia troppo bella e particolare. E io l'ho fotografato. Le sue rughe parlavano, avevano una storia. La sua cortesia traspirava da ogni poro. Abbiamo capito metà delle cose che ha detto ma eravamo lì tutte affascinate ad ascoltarlo. Anche tu.
    Ora scendo. Fermo il primo vecchietto novarese. E vedo l'effetto che fa.
    (ma non so se sarà lo stesso)
    P.s. e col vecchietto novarese capirei ancora meno mi sa ;)
    m.

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  2. ah, scordavo una cosa: tona a casa Riccio!
    :)
    m.

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  3. Ecco, e siccome ti ho già detto tutto, ora non so che dire. Tranne che le tue foto sono stratosfericamente belle e guai a chi le tocca, che quei volti che hai ritratto son bellissimi ed è un peccato non avere lo sguardo libero da abitudini per riconoscerne la bellezza e che a me oggi mi andava solo di fare la cretina (quest'ultima è una ridondanza, vista l'evidenza, ma andava detta). :*

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    1. Ma scherzi? Io se il mio Riccio (che non e' il tuo eh) se ne andasse lontano per troppo tempo impazzìrei. E ce l'avrei col mondo intero. Mica solo coi turisti! ;)))))
      P.s. Troppo carino il tuo sms :)

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    2. :)
      comunque, se è per questo, ce l'avevo anche col modello americano. per dire.

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