20.8.10

8° peccato: Stress.

Da quando ho memoria, o poco più in là dei primi rudimenti di memoria, uno dei primi difetti di cui sono stata tacciata è la pigrizia.

Trovavo per niente interessante, al gioco del nascondino, infilare le vesti di un povero ispettore gastropatico affannosamente proteso a risolvere tutti quei casi che tanto, affanno o no, avrebbero comunque fatto eroe il Dylan Dog di turno. Piuttosto preferivo infilarmi nel sottobosco dei fuorilegge assieme all'amore della mia infanzia e starmene lì attendendo l'epilogo alla Bonnie e Clyde. 
La mia non era pigrizia: era romanticismo.

Mio padre, per lavoro, si alzava alle 5 e 30 del mattino tutti i giorni. E per abitudine anche la domenica. Si alzava, faceva tutto quello che doveva fare, e poi iniziava l'urlo costante e continuo: "Ssvegliaatiii, infingarda e pelandrooona". Quel 'infingarda e pelandrona' detto per anni, puntuale nell'appuntamento domenicale, mi ha segnata, si è insinuato nel dna, ha fatto tana e uova, e adesso è in pianta stabile nella mia persona, se non nella sostanza, nella sua cerebrale evocazione: "Ssvegliaatiii, infingarda e pelandrooona".
La mia non era pigrizia: erano le 7 del mattino. Di domenica. Quella di una bambina.

Al ginnasio, la mia professoressa di italiano, storia, geografia, latino, greco, educazione civica, quella insomma che per attività ed ore trascorse assieme si sarebbe dovuta, se non sostituire, affiancare come figura di riferimento, un giorno consegnò a mia madre una bella incisione nuova fiammante da lasciarmi come trofeo memoriale di quello che ero e che sarei dovuta certamente essere, magari nel tempo me lo fossi scordato. "Accidiosa". E che cos'è questa parola così stridente, con quelle C così affilate messe una di fianco all'altra sul punto di ferire, e perché la donna che premia, su tutti gli altri, ogni mio scritto, ogni mio sentire, ogni mia idea, la sta usando su di me, preferendo "acci" a "ra"? Vado a consultarmi.
La mia non era pigrizia: era che i miei genitori, a quel tempo, si tiravano i piatti addosso. E mi ero convinta che scopa e cocci toccassero a me.

E poi arriva lei, la donna che ha rimescolato tutte le carte e rinominato quell'indice puntato su di me chiamandolo "mente filosofica". E detto da chi avrebbe mantenuto quell'indicibile eleganza venusiana, nonostante l'appartenenza alle moli di Botero piuttosto che a quelle di Botticelli, anche se fosse venuta a far lezione con le infradito e che una volta al mese portava in aula il trolley perché di lì a poco avrebbe raggiunto 'Dacia' (Maraini n.d.r.), mi dava quell'attendibilità necessaria a crederle.

Ho questa patologia, sì, affezione filosofica, sì.
E se pensate al filosofo come ad un pioppo fisso immobile con lo sguardo vacuo nell'indistinto alla "Io sono Sean", ancora sì: è così.

E adesso prendete 'sto pioppo, sradicatelo dal terreno delle paturnie concettuali, innaffiatelo di sonaglini che rallegrano la scenografia di "It", di jingle subdoli che ti entrano leggeri come giochi da latte ma, quando, in momenti di cui tu non hai comandato l'arrivo, ti ritornano svelando la pericolosità delle ipnosi di qualsiasi genere (anche quelle de "Il coccodrillo come fa"), ti rendi conto che al confronto le pubblicità kitsch delle suonerie sono più innocue; innaffiatelo di frenesia, di capacità di sopportazione portata allo stremo, di una forma mentis costretta all'arte dell'arrangiarsi, dell'accomodarsi, l'arte del campeggiatore, insomma, piuttosto che a quella dell'organizzazione metodica di cui, in tempi ormai remoti, ci si poteva vantare...
... et voilà!: il pioppo perde lo sguardo vacuo dell'indagine speculativa e attraversando in qualche istante le ere evolutive acquisisce lo status di pesce lesso.

E adesso, se di qualcosa mi si deve tacciare, che sia di stress.
Ora so che lo stress, l'ottavo peccato, è il padre dei vizi.
Da stressata pecco di:

  1. gola: se, dopo cena, addormentare Sofia si rivela una Parigi-Dakar, al mio rientro rinfocolare le forze con lo spuntino di mezzanotte mi sembra naturale
  2. invidia: invidio tutto. Invidio chi ha tempo, chi lo usa e chi lo spreca, chi ha silenzio, chi sta da solo, chi si fa la doccia, chi fa shopping, chi legge, chi fa la Settimana Enigmistica, chi appende la biancheria, chi dorme, chi non dorme per attività gratificanti, invidio insomma chi oltre ad essere fa l'umano. No: paradosso del 'tutto invidio' vuole che in realtà invidi anche cani e gatti, così vicini all'essere e così lontani dalle cose che fanno umani (come l'invidia).
  3. superbia: dal lamento al "Io sono Colei che prende su di se i mali del mondo" il passo è davvero breve.
  4. avarizia: la Colei si da così tanto che tutto ciò che non fa rima con Sofia può soltanto vagheggiarla.
  5. ira: una finestra troppo aperta, troppo chiusa, una bottiglia che cade, la pasta scotta, il lavandino intasato, la folla, il ciuccio che cade a terra, e tutto quello che non appartiene alla categoria "decido io" oggi mi farebbe partecipare al casting di "L'esorcista".
  6. lussuria: dato non pervenuto. Appunto.     

Ecco mi sono confessata.

E no. Ovviamente no.
Se nei momenti liberi (che intitoliamo Sofia non c'è) piuttosto che assolvere ai doveri di una madre di famiglia me ne sto qui a confessarmi...
no, la mia non è pigrizia: è istinto di sopravvivenza.

Vedi se lo stress non è l'ottavo!

5 commenti:

  1. Infingarda, pelandrona e accidiosa? Ma ti guardavano bene?? Dentro dico. Perché a leggerti, e senza nemmeno conoscerti, di noia e pigizia non c'è traccia. Per me sei 'ra'diosa e basta. ;)

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  2. p.s. anche dai miei sono volati i piatti anni fa e i cocci mi hanno segnato non poco, anche se per un po' ho continuato a credere, nonostante tutto, che esistesse da qualche parte l'amore, quello vero, quello per sempre. Poi quando di recente ho avuto l'istinto anch'io di scagliare un piatto o anche qualcosa di più, con una cattiveria e una rabbia che non sapevo di avere dentro, la mia bella idea di Amore, vero ed eterno, ha iniziato a vacillare.

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  3. veronica, SO che devo leggere per bene questo post. LO SO. ma è lungo, per cui torno presto. appena non ho il fiato sul collo di uno di LORO.

    mami, già ... sabato ho pronunciato queste parole in centro città, vestita carina, con un pupo in braccio e l'altro per mano: 'sappi che con te per me è finita'. che bel momento eh?

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  4. ragazze, so benissimo quanto ogni vita sia unica e irripetibile, con le sue proprie peculiarità...
    ma, mammamia!, quanto sono simili le nostre vite...
    ...passate e presenti...

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  5. veronica, se anche tu, come me e a., hai rifatto il reparto mutande nell'ultima settimana (tante paia nuove nuove per darsi una botta di vita), allora le coincidenze diventano preoccupanti...se non l'hai fatto, potresti approfittarne e poi scegliere se buttare quelle vecchie come ha fatto a. o tenerle ancora come ho fatto io che la sera mi perdo a ricamare e non ho voglia di fare null'altro.
    p.s. per la cronaca, due paia rosa shocking che farebbero invidia a Hallo Kitty ;)
    p.p.s. per il resto vediamo di fare di tutto per sopravvivere e non sottovivere (ma da chi l'ho sentita questa?..)

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