14.10.10

Comunicazioni di servizio



"...Le conferiamo il titolo di Dottore in Biologia Cellulare e Molecolare con (ride) 110 su 110 (si smarrisce) e lode (non sente)"

quella che "lei è la piccola" anche con le prime rughe, i calli e qualche torto, di quello marcio, di quello che per un po' ci allontana
quella che in effetti, quando cede, le trema il labbro come una bambina, ed è struggente come il cedere di una bambina, e che da sempre, ancora prima di Sofia, ha scavato nello stomaco la fossa che oggi ho riempito con mia figlia
quella che fa i passi con incertezza, come se questo suo incedere fosse il suo credo ormai, ma alla fine, incrocio dopo incrocio, alla fine poi ci arriva sempre
quella che esibisce, a volte infastidita, a volte rassegnata, i suoi non possedere e appartenere, ma che "mia nipote" le scappa proprio
quella che non parla, ma dalla sua carne si vedono tutte le parole che avrebbe da dire
quella che però ora è seduta davanti a me e non riesce a smettere di parlare e raccontare, ancora e ancora e di nuovo ancora quello che oggi abbiamo vissuto e che io ascolto come  se ogni ancora fosse cosa nuova
quella che mi parla, e a cui io parlo, solo per comunicazioni di servizio
quella che non glielo dico, ché non so farlo, ché è da tanto che non lo faccio
quella che è una tenerezza al cuore, e nodo
forse uno dei più grandi


11 commenti:

  1. Quella che ti fa scrivere di lei. E se lo fai, il motivo è grosso, grande come il bene che...
    Non lo dico, lo immagino!

    Bel blog, ci sono capitata per caso qualche settimana fa. Ti ho letta in silenzio. Poi se senti che qualche altra macchina segue il tuo percorso, prima o poi qualche parola la si scambia.

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  2. beh, congratulazioni.
    e che i nodi si sciolgano, perché il tempo passa ed è brutto che ci si limiti a comunicazioni di servizio. anche se è difficile spesso dire. io, per esempio, è tanto che non lo faccio. e proprio con le persone che amo di più, con il sig. tante domande e con la mia mamma. tu pensa! e probabilmente me ne pentirò. certo è che il 14 ottobre diventa una data carica di ricordi...
    ciao veronica

    a.

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  3. quanta mamma nuova ho scoperto, annusato e lodato da quando mamma sono diventata io. ora le mamme, tutte, specie quelle nonne, le difendo sempre. riconosco loro (a loro) che si sono spremute di amore e di fatica. e di amore e fatica sono inesauribili ora per i nipoti.

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  4. cara rosa,
    le tue sono parole che sento moltissimo.
    là sopra parlavo di mia sorella, ma
    vedi come concludo il post?
    ci sono altri nodi, oltre lei, e uno di questi è mia madre
    Attraverso l'essere madre di sofia, sto facendo un percorso che mi rivela sempre di più la natura del rapporto con mia madre, gli errori che ha fatto, quelli che ho fatto io, e quelli che sbagliando ho sempre reputato errori ma che invece sono scelte e atteggiamenti naturali, di pancia, quando si è mamme.
    Sofia scioglie innocentemente nodi che non gli appartengono.

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  5. a.,
    io proprio non lo capisco perché.
    più siamo vicini e più non riusciamo a parlare delle cose che ci toccano.
    anche per me è così.

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  6. oh ma che strano. io ci ho trovato dentro una 'mamma' e tu invece parlavi di una sorella. è proprio vero che ognuno legge/vede con il proprio cuore. e io una sorella non ce l'ho, e forse per questo il mio cuore non la trovava nel tuo post :-)

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  7. avevo capito che parlavi della naziskin..;)poi ti racconterò del rapporto con la mia di sorella
    p.s. scusa la latitanza, sono stata risucchiata da una fiera che tra un settimana mi porterà in Germania per 6 giorni..probabilmente ci risentiamo dopo il 31..però ti penso, sappilo ;)

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  8. maaami,
    io ho uno specie di chiodo se passa troppo tempo...
    mi giro sconsolata nelle stanze del tuo blog...
    attendo tuoi movimenti...
    menomale: ci sei.
    buon fiera in Germania.
    poi racconta.

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  9. rosa
    bellissima l'interpretazione della tua interpretazione
    :)

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  10. ehi! congratulazioni! bella pagina di blog, in ogni senso!
    leucosia.

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  11. Leuco,
    il tuo sostegno è 'na meraviglia' (detto con l'inflessione della tua bellissima lingua)

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