5.10.10

I bagordi dei trentenni

Dopo cena, Veronica e il Riccio discutono di Sarajevo assediata, dello sguardo dall'interno della gente vessata dalla guerra, dove comunque riesce miracolosamente a sopravvivere una sorta di rituale del quotidiano. Discutono delle fotografie che hanno fatto il giro del mondo, e il Riccio, che ha l'occhio lungimirante, le parla di tutte le guerre i cui scatti non escono neanche dall'obiettivo che li fotografa perché non sempre le signore ferocia&morte vengono ritenute degne di posa, passeggiando ancora indisturbate nelle terre del Turkmenistan e della Georgia; discutono della bellezza scenica dei caschi blu, in molti casi slegata dal ruolo a cui sarebbe preposta, e della colonizzazione subdola del mondo di certuni autoproclamatisi senza possibilità di replica ammiragli della pace; e poi ancora dell'ultimo colpo di stato in Ecuador, dal sapore squisitamente vintage dei villani del Medioevo.
Continuano a pigolare di certe cose, ognuno seduto d'avanti al proprio computer.
Soltanto a letto smettono, perché la bambina dorme, e la guardano e si guardano, la guardano e si guardano, così per una decina di minuti.

E prima di iniziare la lettura della sera, alle ore 3, Veronica e il Riccio si danno la buonanotte e si dicono che magari  da questo momento in poi rinunceranno al caffè delle 20.

Ed è forse per il mal di testa della mattina che Veronica non è ancora ben sicura a cosa voler rinunciare: se alle eccitanti conversazioni notturne col Riccio e connessi sintomi post-sbornia dell'insonnia o a indolori e pacifici risvegli da serate borghesi.

4 commenti:

  1. cioè, fammi capire: non solo avete tempo per parlarvi tu e il Riccio, ma parlate anche di cose toste. Che bello. Pensa che noi parliamo quasi esclusivamente di scuola, compiti, vestiti del giorno dopo, riunioni varie, rette da pagare, medicine da dare, la spesa da fare...e quando i piccoletti dormono, dormo anch'io sicché non c'è tempo neanche più per noi. Wonderful.

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  2. ....si, come no!!!
    Cacche atomiche, strilli ultrasonici, supposte ai sensi di colpa, magliette occult(at)e, antizanzare irreperibile, pasti alla velocità della luce, e tanto altro ancora!

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  3. sarà che voi siete ancora trentenni - mentre noi ultratrentenni.
    sarà che voi siete gente colta - mentre noi siamo un gozzoviglio disastroso.
    ma noi, ormai, mugoliamo, ci chiamiamo con vezzeggiativi irripetibili, bofonchiamo per evitare liti feroci, ci infastidiamo a vicenda e cerchiamo pure di ammollare i pupi all'altro - per un quarto d'ora di pausa. che bella la genitorialità desiderata e condivisa!

    maaaaaami, anch'io mi addormento troppo presto.
    forse dovrei raddoppiare il caffé delle 20...
    ciao ricci (tutti).

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  4. A.,
    ma vàà, se voi siete un gozzoviglio disastroso, noi allora siamo lettori di Topolino (con tutto il rispetto per i lettori di Topolino)

    e poi,
    vedi oggi: la casa in festa, piena di parenti, e noi non una parola tutta la giornata dopo un litigio.
    Penso che vada così in una vera storia, fatta anche di stanchezze quotidiane ammucchiate.

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