9.10.10

Sofia's anatomy

Sospetto che Sofia abbia inalato un oggetto. Lo sospetto perché è una settimana che non respira malgrado tutte le cure del caso. O forse è il sospetto di una madre troppo sospettosa. 
Per una volta desidero essere smentita.

Policlinico. Reparto otorinolaringoiatria.

Il Riccio è andato incontro alla burocrazia, io sono seduta su una panca con Sofia che dorme appoggiata al seno.
La panca sta di fronte la porta del reparto che si apre e si chiude ininterrottamente per far passare la fiumana di medici. E' un fiume inarrestabile, instancabile, in corrente e controcorrente. Si apre, si chiude, si apre, si chiude. Il fiume.
Questo fiume ha occhi che si posano su di noi. Sembrano tutti rapiti per sindrome di Stendhal di fronte a una "Madonna con bambina". Nessuno passa oltre indifferente.
Credo che l'immagine trasporti i tirocinanti in avanti nel loro desiderio e, i medici fatti, indietro in quello che hanno vissuto. Capisco quanto possa essere fortemente evocativa.
C'è da dire che io e Sofia siamo l'una riproduzione dell'altra, bellissima lei, io di riflesso in questo specchio, per cui l'impatto è forte: un'unica persona con due età, che culla e viene cullata, che si abbandona a se stessa e protegge il suo abbandonarsi.
E io mi presto a questi loro occhi, perché fa bene, perché per qualche istante si liquefanno.
La verità però è che sono piuttosto smaliziata rispetto a questa Maternità, ci sono dentro in ogni istante; per me non è un impatto, è il mio stato. E non ho alcun interesse ad osservarlo, oggi.
Io guardo altro. Guardo loro.

Medici e tirocinanti, tantissimi, mischiati per età e attività, tutti in preda all'estasi della frenesia per il controllo sulla vita altrui, la cura.
Non è che in questo reparto ci sia l'adrenalina da intervento dell'ultimo istante al Pronto Soccorso: non esiste un codice rosso per emorragia di cerume.
Eppure c'è un formicolio vivo, l'eccitazione, quella che solo i medici che maneggiano la vita hanno, fatta di piedi che battono sul pavimento veloci, di mani smaniose a riposo nei camici, sotto ai camici gambe vestite di un qualcosa molto lontano dalla sterilità della divisa, perlopiù jeans e carne vibrante, che si scuote direbbe splendidamente Capossela in Morna.
Storie che non raccontano soltanto di analisi, cartelle, strumenti, diagnosi, ma dicono di incontri mancati, anelati, consumati, attesi.
S'incrociano per caso, fanno in modo di incrociarsi, lanciano in aria una parola, forse quella rimasta in sospeso. A volte si sfiorano.
Mi fido di tutti questi visi, di questi sorrisi, di questi corpi. Sono vivi, sono sani. Chiamano vita.
Tranne una: lei è tirocinante e fa la dottoressa. Non ride.

Ci stiamo guardando tutti, qui. Tutti la stessa cosa.
Loro, questa mia maternità statica; io, il loro desiderio in movimento.
La stessa origine.



Vostro Onore, la teste non è attendibile.
Io sono quella che nelle due anestesie avute, una a 16 anni e l'altra a 28 post-partum, ai due Professori di turno in un sospiro narcotizzato ha pronunciato: "Nome e Cognome, io l'aamo".
Divento fango molle di fronte al camice. Fango molle che arrossisce.

Eppure, quando torna:
"Riccio, se ci dovesse arrivare la crisi veniamo qui, per la cura ormonale"
Ride.

Allora non è affatto soltanto una mia impressione.

3 commenti:

  1. nel nostro caso la tirocinante era dolcissima mentre il prof. era sempre così serio che nicolò si era rifiutato di disegnarlo con il sorriso in faccia perché 'il prof. V. non ride mai'...ma alla fine il corpo estraneo c'era o non c'era?
    p.s. io nella fase euforica subito dopo il parto ho snocciolato una serie di domande tipo 'ha retto il pavimento pelvico?', 'qual è l'indice di apgar del neonato?' che mi hanno guardato e mi hanno chiesto che film avessi visto..:)

    RispondiElimina
  2. lo saprò venerdì, e sai perché? indovina indovinello...
    ...mancava lo strumento, e ancora sai perché?
    non era sterilizzato!
    incredibile!

    RispondiElimina
  3. mami, io tutte queste cose le dicevo mentre partorivo. mi sono servite per rimanere in questo mondo :)
    il prof. fa: "ma cosa studi?"
    "filosofia"
    "ah, la filosofia, l'amore per il nulla"
    o roba del genere.
    Anche mentre si partorisce bisogna sentire cretinate del genere.

    RispondiElimina