3.12.11

In fondo anche i vampiri aspettano un'alba

Uno spettro si aggira per Catania. È lo spettro della donna-mamma vampirizzata.

La si riconosce, la donna-mamma vampirizzata, perché lei non appartiene alla categoria "vedrai!, dopo i due anni le cose cominciano a migliorare". Quel faro di speranza regalato alla fragilità emotiva di tutti i genitori del mondo non le appartiene. Piuttosto lei appartiene alla categoria "dopo i due anni, in linea con i sostanziali miglioramenti del figlio, ogni giorno è sempre peggio". La curva di crescita del bimbo va su, la donna-mamma vampirizzata va giù. Come in una bilancia.
La donna-mamma vampirizzata si vede dal mattino. Il gabinetto è ancora un tandem. È sempre più un tandem. E dato che ancora un minimo di dignità le è rimasta, se pur trattenuta con difficoltà, cerca di glissare il problema anticipando sui tempi. Così sono le otto e trenta. Poi le otto. Poi ancora le otto meno un quarto. Le sette e trenta. Le sette. E così fino a non riconoscere più la linea di demarcazione tra giorno che viene e giorno che se ne è appena andato.
Ma niente. Dopo un minuto appena che la donna-mamma vampirizzata pare stia assaporando le sue imprescindibili tre S, seduta-sigaretta-scritti, che siano le otto o le cinque del mattino non conta. Alla DMV verrà chiesto di chiudere il giornale, spegnere la sigaretta e alzarsi. Tutti i giorni.


La DMV non ha un luogo tutto suo per nascondersi. Ogni luogo appartiene agli altri. Lei è al più una visitatrice cui le è concesso appena di sostare con discrezione e senza pretese. Anche se stiamo parlando della sua cucina, del suo letto, della sua scrivania, del suo computer. Suo però è una parola romantica e niente di più, un vezzo della lingua italiana, un modo per dare ai sostantivi un colorito. La verità è che decidono gli altri dov'è che il suo culo deve sostare. 
Da qualche giorno, così, tanto per essere sicura di avere capito bene, la donna-mamma vampirizzata prova a fare una cosa strana ma efficace per capire fino a dove il suo essere vampirizzata può arrivare. 
Va alla finestra e guarda il nulla. Dopo due secondi viene richiamata all'ordine.
Allora va accanto al muro e si appoggia senza far niente. Dopo due secondi viene trascinata a guardare i cartoni animati.
Quindi si allontana e si sdraia sul letto con le gambe all'insù, così, tanto per. Dopo qualche istante qualcuno le si mette accanto. Con le gambe all'insù.
Ha capito bene la DMV. Neanche l'idiozia le è rimasta come fatto privato.

La donna-mamma vampirizzata evidentemente sta scontando la colpa di aver preso per il culo per cinque anni di fila i ciellini del suo Liceo. Oggi è lei una specie di ciellina visto che mentre parla, canta le filastrocche, spiega come verrà messa la suppostina, racconta le favole, dalla mattina quando si alza fino a quando torna a letto il suo retro pensiero, nonché nuovo mantra, è: Dio mio, aiutami tu!, oppure "Santo Dio, Santo Dio" oppure ancora "Dio, Dio, Dio, Dio".

Oppure urla. La donna-mamma vampirizzata urla. È aggressiva con tutti. Lei non porge le cose, le scaglia. Non appende i panni, li appollaia. Non cucina alla brace, fa il mattatoio. Non parla al telefono, rutta monosillabi.
E poi abbaia. Abbaia tutto il giorno. Ma non nel modo che vorrebbe lei. Non gli esce mai un sacrosanto abominevole indiscutibile perentorio grido disperato, o di condanna, o di salvezza. Lei per lo più borbotta.
Borbotta. Antipaticamente. Scomodamente. Borbotta. 
E così tutti continuano a starle accanto senza mai allontanarsi del tutto, perché non hanno timore, o avvicinarsi del tutto, perché il borbottio sta sulle palle.

La donna-mamma vampirizzata si è incattivita. Lo sa quando le capita di guardarsi allo specchio e si rivolge quell'occhiata lì, quella di chi non si piace.

La DMV sostanzialmente ha smesso.
Ha smesso. Di fare qualsiasi cosa. Ha smesso tutto. 
Ha smesso di farsi i capelli, di farsi le unghia, di depilarsi, di fare le ricettine, di guardare film, di fare la perfezionista, di cercare di tenere a denti stretti quel poco di buono che è sopravvissuto, di aspettarsi qualcosa da una qualche carriera, di aspettarsi qualcosa da una qualche Domenica, di aspettarsi qualcosa da una qualche cosa.
La donna-mamma vampirizzata ha soprattutto smesso di sperare che le cose cambino; ha smesso si sperare che il venerdì o il sabato, al ritorno del compagno, le cose possano migliorare; ha smesso di delegare ad una futura crescita di data indeterminata il balsamo del cambiamento. Non cambia niente. Peggiora. Perciò ha smesso. Ha smesso di farsi prendere per il culo dal domani è un altro giorno.


Però una cosa la deve ammettere, la DMV.
C'è una cosa che ultimamente le da piacere.
Quando si siede per l'ennesima volta a cercare l'ennesimo annuncio di lavoro per l'ennesima azienda commerciale che domanda l'ennesima commessina-carina-giovanina-liberina da impegnini, lei da un po' fa una cosa diversa.
Cerca lontano. Lontano. Lontano dalla città. E dalla provincia. E dalla regione. Lontano dalla regione vicina e dall'altra vicina e dall'altra vicina.
È arrivata a leggere gli annunci di Trieste e del Canton Ticino. E lì, dove con un piede parli ancora l'italiano e con l'altro no se vuoi.
È una cattiveria premeditata quella del "lontano".
Lontano.
E così tanto dolce.






p.s.:
la DMV vorrebbe scrivere tanto. Tanto.
Ma tanto, tanto, tanto, tanto, tanto, tanto, tanto. 
Avrebbe delle idee, delle ambizioni, dei sogni da realizzare attraverso la scrittura, piccoli grandi desideri chiusi dentro al cassetto delle possibilità, come uscire dal seminterrato della sua banale quotidianità particolare e raccontare il mondo fuori, dall'attico del genere umano in generale; ma anche senza andare lontano con le pretese, le basterebbe il ticchettio cullante della tastiera chiamata in causa anche solo per delle banalità quotidiane. 
E invece no. Ai primi ticchettii, la DMV deve combattere dentro la sua testa perché quel Mammamammamammamammamammamammamamma non invada il campo delle questioni che vorrebbe affrontare qui, che mammamammamamma da sottofondo non distragga da quello che ha necessità mammammammamamma o solo a volte voglia mammammammammama di dire, o che non assottigli mammammammammamammama le riflessioni e chiuda i post per mammamammamammama sopraggiunta crisi isterica.  

16 commenti:

  1. Etichetta baby-Frankenstein compresa, è tutto così drammatico, esilarante, disperatorio, mi chiedo se sia tra le tante cose anche un consiglio estremo per chi come me ancora può evitare!

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  2. In effetti, cara Ale, è proprio quello (come mi leggi nel midollo delle intenzioni, rimane un mistero!).
    ciao, io sono il vostro modello al contrario!
    non fate, e non fare Ale, come me.
    quando vi danno un consiglio tipo:
    vai a lavorare
    non tenere il pupo sempre in braccio
    non essere presente 24 ore su 24
    non giocare sempre con lui che poi vuole solo te
    non trascurarti
    non
    non
    non
    ...
    ecco, non fate come me. non rispondete "seeeeeeeee"

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  3. La donna-mamma vampirizzata evidentemente sta scontando la colpa di aver preso per il culo per cinque anni di fila i ciellini del suo Liceo = sì, ma soltanto perchè i ciellini come ben tutti sappiamo, alla fine si sistemano con mariti e mogli ricchi e CL li colloca bene e gli trova dei posti di lavori sicuri, mentre noi miscredenti ci dobbiamo rimboccare le maniche da soli senza l'apppoggio di nessuno! scusa lo sfogo, ma è una cosa che mi tocca sempre sul vivo...

    per il resto, sepro davvero con tutto il cuore che troverai un lavoretto, anche diverso da quello che speravi, che ne so, commessa part time in libreria o anche in una erboristeria... perchè poi sono sicura che ti cambierà tutta l'ottica con la quale vedi il mondo, sarai magari ancora più stanca ma sarai felice, e quei 10 minuti da sola mentre tornerai a casa con le cuffiette in testa, piuttosto che il caffè preso al bar con i colleghi, faranno miracoli. fidati.

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  4. Stavolta invece ho proprio toppato: credevo fosse un invito a non fare figli perché vampirizzarsi è inevitabile. Pa ha ragione ma non fare la commessa in libreria, io l'ho fatto per dieci anni ed è un lavoro scraussimo e avvilente perché assistere in diretta alla mercificazione della cultura è un trauma quotidiano. E soprattutto perché dentro le librerie i commessi sono donne/uomini-commessi vampirizzati e in crisi ormonale!
    In ogni modo, lo sai come la penso: la tua consapevolezza compensa il vampirismo :-)

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  5. Pa, parole sante, Pa.
    c'è chi la pensa esattamente come te :)

    Ale, no!
    piuttosto può essere un invito a fare bene, meglio di me sicuro! per il resto, andate e moltiplicatevi, always!
    non è mai colpa dei figli. è sempre colpa dei genitori. anche se in quest'ottica non è neanche colpa mia ma dei miei. e così, risalendo l'albero, fino ad Adamo ed Eva....
    va be', meglio non indagare...

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  6. è colpa dei cantanti neomelodici e facciamola finita! ;-)

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  7. è anche colpa di qualche presidente del consiglio per caso??...

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  8. hi hi hi :)

    acc! devo dirvi una cosa...
    almeno la scrivo qui, va!
    niente, stavamo cenando con la pizza, parlavamo, salvavamo Sofia da una caduta dal seggiolone, le solite cose insomma e...
    ... mi viene improvvisamente un titolo migliore per questo post:
    "Anche i vampiri nel loro piccolo s'incazzano".
    e va be'...

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  9. Cara Veronica, io sono una DMV a pieno titolo, e dirti che ti capisco è riduttivo. Il mio sbaglio è stato il nn voler delegare nulla della crescita di questa creatura che mi toglie l'energia, la pelle, l'ambizione professionale e un sacco di altre cose, nn ho delegato xchè pensavo di perdermi qualcosa, xchè dal momento in cui l'ho partorita l'ho sentita mia (e nn a caso si chiama Mia) e sentivo proprio il bisogno di ovvuparmi di lei a 360 gradi. Ora, dopo due anni e mezzo mi ritrovo una DMV senza spazi x se, con una bimba che vuole me, giustamente solo me.
    Ma la vuoi sapere un'altra cosa? Un mese fa, circa, mi sono trovata con un test positivo in mano e quindi tra qualche giorno entro nel 3 mese di una nuova gravidanza, con il futuro arrivo di un'altra creatura che mi vampirizzerà ulteriormente,ma se proverò altrettanto amore quanto ne provo x Mia saró una persona più felice e più ricca. I figli, tolgono tanto, quasi tutto. Ma ammettiamolo, ti danno più di quanto si credeva fosse possibile.
    Ti abbraccio, cara!

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  10. hai scritto quello che penso di me...come ci sei risucita? dimmi su!

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  11. leuco, non mi sembra poi così difficile...
    stessa età noi, stessi anni i nostri bimbi, stesso approccio mediterraneo-emotivo nei confronti dell'essere mamma... :)


    Fab, Faaaaaab! meraviglia delle meraviglie :)
    e poi, facendo i conti, ancora Maggio, no?
    c'hai ragione. inutile aggiungere altro. essere mamme ci conferisce quella specie di schizofrenia, o di sdoppiamento della personalità, o cose del genere, che ti fa venire voglia di strangolare e insieme amoreggiare.

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  12. Vero, ti racconto una storia.
    Nic a 3 settimane dormiva già da solo, nella sua cameretta.
    A 9 mesi aveva una mamma che lavorava a 50 km da casa e che vedeva quindi solo dalle 19 all'ora della nanna.
    Nic è stato quindi abituato gradualmente a stare con chiunque non fosse la sua mamma: papà, nonni, zie e a momenti anche i vicini di casa.
    Nonostante tutti i tentativi di distacco, lui è cresciuto attaccatissimo a me. Nonostante io abbia sempre fatto la parte della dura e della rigida, lui è cresciuto attaccatissimo a me.

    Insomma, non hai sbagliato nulla. Se Sofi è così di carattere sarebbe stato lo stesso se tu avessi lavorato.
    Stop.
    m.

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  13. mmm... credo che mi toccherà il ruolo di mamma-vampirizzata... dopotutto, sto allevando un koala. Ma tra un paio di mese me tocca anche rientrare al lavoro part-time, e vedremo gli sviluppi.
    PS. ops! Mi sa che ti ho rubato l'espressione "fare pipì in tandem". Mi suonava bene, e l'ho inserita in un mio post, ma non ricordavo di averla letta da te; ora che l'ho vista qui sono risalita a vecchie cose che hai scritto ed eccola lì. Scusa il peccato veniale

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  14. veronica, mi vengono così tante cose da dirti che non riesco a scriverne nessuna.
    provo così:
    ma se non si riesce a trovare uno straccio di lavoro part time, se tua mamma non può metterti a disposizione nemmeno due ore alla settimana o giù di lì, se trovare un posto al nido è mission impossible, per lo meno quando torna il Riccio tu non puoi prenderti un paio d'ore il sabato e un paio la domenica per farti i sacrosanti fatti tuoi (ceretta, scrittura, passeggio, sonno, cinema, qualsiasi cosa purché lontana da tutti)? è questione di sopravvivenza psicofisica, dico io.
    NON bisogna abdicare a se stesse in questo modo. le conseguenze le pagano tutti, poi.
    e comunque in inghilterra parlano dei "terrible two" altro che età facile. al limite è dai tre anni che migliora, ma solo perché vanno alla scuola materna dove finalmente iniziano per forza di cose a staccarsi dalla mamma e a farsi un po' di sacrosanti fatti loro ;)
    e poi questa sofia ti vampirizza anche a scapito nostro, perché non scrivi più e a me manchi.
    ecco, l'ho detto.
    bacino alla streghetta.

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  15. un bacio tardivo a tutte.

    grazie Mami come sempre mia motivatrice.

    Cherry, pipì in tandem mi sa che è universale. nessun peccato :)

    Marta :*

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