19.4.12

Salve, sono un'appestata sociale

E chiedo preventivamente scusa per la rabbia mal gestita, ma è che sono profondamente delusa.

Dal giorno in cui ho pubblicato il post di denuncia nei confronti di un modus operandi di certe aziende in sede di colloquio applicato alle donne, non è mica successo nulla di sostanziale che facesse della questione un fatto isolato e sfortunato.
Anzi. Continuo giornalmente, ripetutamente, fino a ieri sera, a incrociare storie di donne che escono sfiancate e amareggiate da ridicoli colloqui di valutazione che poi, come è ovvio, non sono altro che la punta dell'iceberg di una precisa visione delle aziende, ormai diffusa e silenziosamente accettata col beneplacito di tutti in nome di questo nuovo dio garante della moralità che oggi chiamiamo crisi.
Perché con "crisi" vengono ormai liberamente giustificate senza possibilità d'appello tutta una serie di lesioni dei più basilari diritti umani che, bisogna dire, non guardano al sesso, all'età, alle etnie e territorialità, che non guardano più a nessuna differenza che non sia quella che la cieca adesione a tale politica possa fare agli interessi di chi le applica. 
Rallegriamoci, perciò, beniamini della democrazie, perché in questo la crisi è fortemente democratica.
E però c'è tutta una realtà che si arrampica selvaggiamente sulla questione e prende forme specifiche e irripetibili.
Noi donne.
Forme specifiche e irripetibili perché faccio davvero fatica a pensare come ad un uomo, per prima, primissima domanda, e voglio specificare, "di sbarramento", possa venir chiesto "Ha figli?".
Signore, io vi esorto a non badare più al vostro curriculum, alle vostre esperienze, capacità e attitudini! Ma cosa credete che sia la vostra professionalità? Sono tutti belletti di poco conto se avete le ovaie. Piuttosto, badate a seppellire la vostra ignobile attitudine a procreare! Che il vostro burka, o donne occidentali, sia la sterilità!
E firmate, firmate nero su bianco questi bei fogli dove ci impegniamo a non legarci in alcun modo, a non avere nessuna storia romantica che possa mettere a repentaglio le cinta dei nostri lidi, e a non avere neanche il più pallido e lontanissimo barlume di idea di metter su famiglia, neanche in menopausa, ché non si sa mai con le cure di oggigiorno cosa ne può venire. 
Sappiate che il contratto cui aspirate è un condom. Dovete pensarla come ad una specie di allevamento intensivo al contrario, dove garantiamo a mezzo di uno pseudo documento di essere sterili, impossibilitate all'ingravidamento o, eventualmente, androfobe. 
E se già sfortunatamente dotate di prole, dobbiamo con tutta la nostra forza di persuasione dichiarare una nostra passata infermità mentale, ma che oggi siamo donne rinsavite e assennate e perciò totalmente disposte a non subordinare mai, mai e poi mai qualsiasi pretesa dell'azienda rispetto a eventuali bisogni di questi nefasti inconvenienti che la società si ostina, con una terminologia vecchia da passato Romanticismo, a chiamare figli.

Sono convinta che se ci presentassimo in qualità di "appestate sociali" qualcuno non avrebbe nessuna difficoltà a tradurre la cosa in "mamme".



Sappiate, però, che io, inguaribile romantica, non demordo e che in fondo credo che tale trattamento sia offerto da chi abbia in sé del marcio e, in soldoni, sia destinato, a breve o a lungo termine, a fallire e dunque a non potere alla fine offrire quella stabilità e quella crescita di cui abbiamo bisogno.
Comunque una magra consolazione per la fame, lo so.


6 commenti:

  1. Questo post merita di essere condiviso. E così faro'. E grazie!

    RispondiElimina
  2. poi però circolno quest film (pubblicitari...)
    http://www.youtube.com/watch?NR=1&feature=endscreen&v=ZySk8FtWcJE

    dov'è l'ipocrisia?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. la A di circolano sta arrivando a catania da milano. quanto ci ha messo la tua R ad arrivare da me? ;)

      Elimina
    2. eh! ma sono tutti quanti bravissimi a diversificare i ruoli nella stessa donna.
      ovvero:
      se devi lavorare per me sei una palla al piede
      ma come consumatrice sei la migliore del mondo (vedi le marche alla fine dello spot)

      il corto circuito, la crisi, esiste anche per questo, perché non può esistere un aspetto senza l'altro.
      non ti posso consumare se non mi fai lavorare.

      Elimina