8.6.12

Stregatta ci cova

Non ho capito che specie di problema abbia certa gente nei confronti del sorriso.
Una vita che ci combatto.
Pare che il consenso generale al sorriso sia dettato da questioni di reazione: sorridere ad una battuta, ad un evento, ad una buona notizia, ad una condizione di contentezza. Avviene qualcosa e come un giocattolo interattivo premi un pulsante e tac! ridi. Reazione che come ogni dinamica del mondo ad un certo punto si esaurisce e trova la sua fine.
Dopo c'è uno stato neutro, amatissimo questo dal senso comune. 
La faccia non deve avere espressioni, non tira né all'insù, né all'ingiù. Sta in mezzo sospesa, finché un'altra reazione non la porta su o giù.
Ecco: a me è la neutralità che mi frega. O il pulsantino, non so. In tutte le cose della mia vita, non so stare neutra. O va bene o va male. O rido, o sono incazzata, o triste. O su, o giù. 
E siccome, anche quando il periodo non è dei più floridi, io se sto con la gente in genere mi svago, non penso ai guai del mio orticello ma a quello che mi porta nel bene e nel male in quel momento chi mi sta di fronte, succede allora che la gente mi veda sempre ridere.
E questo non è tollerato, non si confà, non s'addice. A meno che la persona in questione di fronte a me non abbia appena sfoderato la sua migliore ironia o comicità o non abbia un pezzo di lattuga tra i denti e allora via col tac!
La gente in genere non capisce e fraintende il mio sorriso e quasi sempre corre a controllarsi i denti.
Baby, a meno che tu non abbia vinto la lotteria, sia incinta, abbia ricevuto un premio di carriera, o non sia Ghandi, vedi di toglierti all'istante quel sorriso non reattivo. Senno sei scemo oppure mi è rimasta la lattuga di ieri.

C'è questa visione comune per cui il sorriso è contentezza plastificata, come quella stampata in serie dei bambolotti tutti con lo stesso sorriso. 
Per i più, contentezza è leggerezza, leggerezza è superficialità o, come dire, faciloneria. 
Non è contemplata affatto l'ipotesi che al sorriso, e ad uno stato magari di lietezza, possa convivere serietà e durezza. 
Aut aut, come sempre.
Quando invece è molto più complicato, si sa.
Come sempre quando in ballo c'è la persona. 
Siccome è una vita che ci combatto e che specie in questo momento incasinatissimo i miei sorrisi son visti malamente, quasi come una specie di schiaffo o di leggerezza nei confronti di certe problematiche che stiamo vivendo, allora io mi sono decisa.
Arcuo l'occhio destro, ecco così, un po' di più... di più..., metto le rughette verticali tra i due occhi, sì bene così, labbro imbronciato, no! non troppo imbronciato, più sognante, no, meno, meno sognante, ecco, perfetto, sovrappensiero, testa inclinata in giù, butta un'occhiata veloce, bene, un saluto educato ma senza afflato... ci siamo: perfetta! Persona seria, ammodo e costellata di problemi ma dignitosa. 
Una dura, insomma. O almeno come il senso comune vuole che una persona dura sia.
La gente così capisce.

Nel frattempo, è ovvio:
striglio la stregatta ma me la rido.

            Marta Chicote, bravissima, bravissima illustratrice.



6 commenti:

  1. Strano... "Da me" capita che se non ridi e non ti diverti c'è qualcosa che non va. Ma non nel senso che magari pensano che tu abbia qualche problema in famiglia o qualche turba, o qualsiasi altra cosa che ti sia capitata. Semplicemente, se non sei una persona che non si sa divertire, non puoi essere frequentata, perchè un po' le serate le rovini.

    Capita spesso che ci si debba giocare tutto sulla simpatia. Ma forse è solo l'età, a vent'anni si vuole essere tutti splendidi splendenti. Chi abbozza un sorriso all'ingiù viene immediatamente ignorato, perchè oh, se gli chiedi come va poi la serata diventa una palla, che poi dobbiamo stare lì a farci da gruppo di sostegno.

    Io non sono particolarmente simpatica. Nel senso che non ho un bel senso dell'umorismo, lo ammetto, però so ascoltare tanto e mi so divertire alle battute degli altri, se mi va. Non sono simpatica ma mi soporre in maniera simpatica. Alla gente in un certo fa piacere starmi intorno perchè alimento gli ego altrui.

    Ecco, io sono come te, ma al contrario. Anch'io vado o su o giù, raramente c'è neutralità, e quando sono con la gente quasi sempre mi capita di dover costringermi nel sorriso, mentre te ti costringi nel broncio.

    Dovremmo scambiarci il giro d'amici, sai.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. :)

      Sai, Arianna, che sei appena arrivata e non so se ti è capitato di leggerlo, ma il meme di questo blog è il Signor Universo.
      Signor Universo è un po' pazzierello, simpaticone, piace fare gli scherzi... burlone, sì, Lui si definirebbe così.
      Quando in realtà nelle nostra vite sortisce lo stesso effetto di un rompiballe.
      Signor Universo rompe assai le balle, sostanzialmente per il fatto che fa il contrario, l'esatto contrario, di tutto quello che pensi di voler vivere nella tua vita.
      Ti dico questo perché son sicura che se ci scambiassimo il giro succederebbe comunque qualcosa che rivolterebbe di nuovo la frittata.
      Comunque vada sarà un successo!

      Scherzo!!! Universo, qui ti amiamo eh?
      (... si sa mai...)

      Elimina
  2. tutta quella gente menosa (si dice menosa qui da noi, e da voi?) che ama tanto avere l'aria sofferente, che non mangia per non _ A _ A _ E e che odia se stessa e il mondo.. tutta quella gente lì... non vale neanche la metà di uno dei nostri sorrisi reali, burrosi, vivi!

    o là.

    e checcavolo.

    RispondiElimina
  3. "che se la mena".
    Salvo poi allarmarsi o farsi quanto meno domande se sono seria, proprio perché è strano...

    ecchecavolo sì.

    Pa La Grande Pa.

    RispondiElimina
  4. come quelli che faticano a salutare, a tenerti una porta aperta quando sei alle loro spalle, a farti passare per primo per cortesia, a sollevare una valigia quando hai per mano i bimbi e devi fare le scale in stazione col passeggino a tracolla e proprio non ce la fai....e io che queste cose spesso le faccio, forse solo per educazione, a volte mi sento una ....cittadina "onorevole" di Marte

    RispondiElimina
  5. non credevo commentaste tutte così.
    alla fine, sotto sotto, che il riso abbonda... sono abituata a pensarlo anch'io così. Ed è per questo che invece di reagire buttandomi a terra con le gambe all'aria ridendo a crepapelle, ho scelto di conformarmi al comune senso.
    mi fa pensare che avete tutte accomunato le persone di cui sopra ad un genere preciso.

    RispondiElimina