19.7.12

Chi va con lo zoppo (quello che fa "miiiiiiiii")...

Tanto per chiudere l'argomento, no: il padre di Mercoledì non è Gomez.

Piuttosto è l'unica figura che potrebbe più avvicinarsi a quella di riferimento. Rimprovera Mercoledì con il giusto tono d'autorevolezza, quello che non ammette repliche o mosse false. Ma coniuga benissimo durezza e gioco.
Ché credo sia questo il segreto per educare al meglio: stare a metà tra autorevolezza ed elasticità.
Pendere verso l'uno atteggiamento o l'altro sono convinta che tolga al genitore qualsiasi diritto ad essere riconosciuto dal figlio come individuo attendibile.
Ho cominciato ad avere fiducia nel suo modo di educare in due circostanze. Una quando, dopo giorni e giorni di malumore da parte di Mercoledì, l'ho sentita una sera ridere a gola aperta. Uno specie di miracolo. Giocava con lui.
L'altra, quando, dopo averla combinata grossa, l'ho sgridata per la prima volta senza remore e lui mi guardava lasciandomi fare, evidentemente condividendo.
Insomma, la pensiamo allo stesso modo.
E questo mi pone nei suoi confronti in una condizione di rispetto e simpatia (ego dicet :).
Una pecca: abbondanza spropositata nell'utilizzo di "miiiii" e "au!", tipici intercalare del dialetto siciliano in fase di delirio (per maggiori informazioni potete approfondire qui, precisamente al minuto 1:58).
Francamente quando Sofia ha cominciato ad usarli ho avuto timore, ché non c'è niente da fare: l'esterno condiziona.

Hai voglia a stare attenti, scegliere cosa sì cosa no, stare in equilibrio, non fare che neanche un capello cada senza che tu abbia messo attenzione. La verità è che non puoi controllare l'influenza dell'esterno.
E non puoi neanche cedere alla follia che a volte, di fronte a certe idiosincrasie, ti attanaglia e ti farebbe rinchiudere sotto vuoto la tua "povera, innocente figlia".
Ci vorrebbe poi qualcuno che difendesse da questa follia.
Insomma, non se ne uscirebbe.

E allora via, fuori, a vivere il mondo così com'è, col bello e col brutto, imparando ad attutire i colpi, amando ed enfatizzando le bellezze, cercando di imparare a far la "buona spesa", ché il mondo è un bel mercato dove puoi trovare l'affare o il tarocco. Questo è un gioco.
Guai a sottrarsi dal fare questo bel gioco che alla fine è il nostro cercare. Sarebbe un perdere in partenza.

Nel frattempo Sofia ha ormai chiaro che miiii e au! sono versi da mucca e da toro: "Perché fai la mucca, Sofi?" E lei ride e non li usa più.
E poi si fanno le solite nostre cose, giocare con l'acqua, la pompa da giardino che diventa pretesto per una pioggia estiva, i disegni sempre più accurati, le storie della zucca che voleva diventare un gatto e quella di mosca blu :).
E la fotografia. La sua nuova fiammante passione.





Odio edulcorare, lo trovo assurdo e miserevole tanto quanto fare di una cosa di plastica una finta materia pregiata.
Ma questo è davvero il suo bellissimo mondo.
Non me ne vogliate se almeno per un po' tento di difenderlo.

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