28.10.13

Un giorno all'anno, il mondo a posto

Mi alzo nell'ora che porta uno dei nomi più evocativi in fatto di possibilità, quel nome che al solo pensarlo ti sembra che la solita giornata, fatta di soliti gesti, gesti con i soliti effetti, soliti effetti che fanno di una giornata la solita giornata, ecco, solo pensarlo quel nome, ti sembra che oggi possa essere un oggi diverso. L'aurora. Il bello della potenza evocativa di certi nomi.
Ho il tempo per fare un po' di filosofia del linguaggio spicciola.
Preparo il caffè e stavolta aspettare che esca non è una danza macumba perché la moka lo faccia il più presto possibile. Stavolta aspettare significa aspettare davvero, senza premere tasti fast foward mentali.
Con la tazzina caldissima in mano, sono talmente tanto in anticipo che posso dedicarmi al mio lavoro grafico come se davanti avessi una giornata intera, prima che si svegli Sofia.
Sono talmente tanto in anticipo che stamattina invece di farle indossare quei tessuti polimerici lava e metti di impareggiabile sinteticità che nemmeno sotto bombardamento atomico conoscerebbero una grinza, decido di prepararle una di quelle magliette strato su strato che se pensi di indossarla devi cominciare due giorni prima a stirarla.
Sofia si sveglia e invece di darle un bacio, toglierle il pigiama e vederle ancora sulla pelle gli stampi delle lenzuola, lavarla, farle fare colazione, metterle i polimerati addosso e cacciare dentro allo zainetto una merendina preconfezionata di altrettanta sinteticità, tutto come se stessimo scappando da un'improvvisa invasione militare, oggi Sofia ha tutto il tempo, prima che inizi la giornata, di rendersi conto di essere al mondo, mentre io le preparo un toast.

Usciamo fuori, è ancora estate, Sofia saltella tra gatti e piante, si dedica allo scovare per terra pietre a forma di cuore, suo ultimo hobby. Io le sono accanto, mi guardo attorno, saluto un vicino. Mi rendo conto che, per la prima volta da quando è iniziata la scuola, oggi io e Sofia dovremmo non sembrare due invasate in fuga da un qualche pericolo alle spalle.

Bella, pacifica, la sensazione di avere tempo.

Per noi dell'ultimo momento ritardatari cronici, come in perenne fuga dalle cose della vita, quell'ora in più, quell'ora in anticipo, ci regala l'impressione che il mondo sia finalmente a posto.
Solo un'impressione. Almeno per un po'.



Il cielo su Catania.


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