3.8.10

Un diavolo per capello.

Una delle riflessioni che mi porto sempre in testa riguarda la profondissima correlazione che esiste tra i capelli e la visione che ciascuno di noi ha di se stesso.

C'è mia sorella che maltratta i suoi capelli, li colora sempre. Li fa biondi e sono troppo biondi, li fa neri e sono troppo neri, li fa castani con meches bionde e sono troppo finti. Una volta al mese, mia sorella li colora. Forse per raggiungere un effetto naturale. Paradosso della tintura vuole che non l'avrai mai, lì sui capelli, il naturale. Anche perché il naturale non è un effetto, è sostanza. Li colora sempre ma non li taglia mai. E l'effetto non arriva, anche quello, mai.
Mia sorella a tre anni è stata cavia delle paranoie di mia madre che vedeva i suoi capelli radi, deboli, sottili. La sua fissazione è stata curata con un bel taglio alla radice del problema.
Zac. Una naziskin treenne non si vedeva più da tempo neanche sul luogo natìo della moda sterminatrice, figuriamoci nell'allora paesello di tremila anime ciascuna con acconciatura "come s'addice".
Dicono che non bisogna usare ironia con i bambini, né retorica, perché sono forme del parlato astratto che non riescono a comprendere. Eppure a tre anni mia sorella usava già una certa retorica quando col labbro tremulo chiedeva con davvero poca convinzione di ricevere smentita: "Mamma, sono brutta?".
E' stato reciso qualcosa in quell'attimo di zac, io lo so, perché gli anni sono passati, ma mia sorella porta ancora spesso il labbro tremulo e replica quella domanda, stavolta con richiesta di smentita, ancora adesso, celata dietro oratorie sofisticate.
E in quella domanda c'è tutto il suo essere rada, debole, sottile.
Mai. I capelli non li taglia mai.

C'è una mia amica d'infanzia che, anche a distanza di giorni, i capelli li taglia sempre, li colora sempre, li tocca sempre. Li odia sempre.
La nonna, nonostante il periodo adolescenziale degli ormoni impazziti pure sul cuoio capelluto, non le permetteva di lavarli se non nel giorno del Signore, per il Quale la pulizia era dovuta, ma non dovuta per se stessi. 
E' stata abbandonata da madre e padre e lasciata alle cure dei nonni paterni.
Si vedrebbe con i capelli lunghissimi, bellissima e, in quanto bellissima, amatissima.
Ma proprio non ce la fa. Non riesce ad aspettare la Domenica. La sua testa ha bisogno d'essere martoriata molto prima.
Li lava sempre. Li taglia sempre. Si odia sempre.

C'è la mia amica del cuore che ha un rapporto più equilibrato con i suoi capelli. Li taglia, li fa allungare, li colora, gli cambia forma. Ogni sabato, da quando la conosco, va dal parrucchiere per la piega, che le rimane addosso fino al sabato seguente. Nei nostri vent'anni condivisi, l'avrò vista spettinata soltanto un paio di volte. Per il resto, il mantenimento dell'ordine semplice e della puntualità.
Mi sembra che segua i cicli naturali della propria persona. Nient'altro.
Essendo riccia, quando si sente in quello stato speciale di donna selvaggia, si lascia così com'è: riccia. Un riccio stupendo e feroce che ondeggia sulla sua sessualità. E siccome sa bene la mia amica quanto la sua sessualità sia sviluppata, per la maggior parte del tempo preferisce portare capelli addomesticati.

C'è mia cugina che all'età di due anni ha perso il padre. Da allora è stato un continuo cercarlo negli uomini della sua vita. Tentativi e uomini tutti sbagliati. Leitmotiv nell'affannosa ricerca, le acconciature da matrimonio. Per ogni occasione, dal gelato a casa dei miei alle uscite con le amiche fino all'etichetta cerimoniale, non c'era mai stacco nel portare svolazzi vertiginosi del capello. Un aggrovigliare insistente perché un uomo da chissà dove venisse a scioglierle i nodi. Finché non è arrivato l'uomo che oltre a darle il piccolo vero amore della sua vita non è stato per niente avaro di calci, pugni, ingiurie e azioni da stalking di ogni sorta.
E' così, purtroppo, che è scesa dalla giostra delle acconciature e s'è fatta donna.
Adesso ha trovato chi la protegge da qualsiasi genere di nodo.
Adesso questa donna porta capelli che non ricordo. Dunque niente più vertigini.

Sono certa che attraverso i capelli venga smascherato il lavorio sommesso che i demoni compiono dentro di noi.


E poi ci sono io.
Porto i capelli lunghi, raccolti solo in fronte, lasciati andare come se fosse sempre vento, come se fosse sempre primo mattino. Da quando mi sono allontanata dalla lava incandescente dell'adolescenza, non li coloro più e raramente, sempre per questioni di rinnovamento, li spunto e li liscio più di quanto non siano già.
Insomma, in genere li lascio spalleggiare la mia vita.
Per mia madre sono sempre stata "la migliore" e in quanto migliore avrei dovuto fare sempre la migliore. Quel "avrei dovuto" dice quanto l'abbia delusa.
Al primo tema del ginnasio, in mezzo ad una media di 4, sono stata la mosca bianca dell'8.
Per mia madre non era 10. Ha storto la bocca e si è voltata senza dire una parola. Io provengo da lì. I miei capelli provengono da lì.
E non vogliono essere molestati, aggiustati, sistemati, sistematizzati né votati.
Non sarò certo figlia di questo tempo, ma mamma di questo tempo lo sono eccome. E se lascio Sofia sporcarsi come se vivessimo in una palude di campagna, in alcune situazioni cerco di "pettinarla". Per insegnarle che c'è un tempo per il caos ed uno per l'ordine.
Sofia poi è come me: non vuole essere maneggiata. Allora io ci provo, la pettino alla bell'e meglio, le metto qualcosa, me la godo per quegli attimi di sua concessione e poi mio malgrado la lascio disfare.
Caos ed ordine in perfetto equilibrio.


Visto tutto quello di cui sopra, mi sembravano degne di nota le prime codine di Sofia.






30 commenti:

  1. beh, intanto che meraviglia sono Sofia, i suoi codini e il suo vestitino? non c'è dubbio, con le femmine ti puoi sbizzarrire di più. Se poi una si limita a vestire i maschietti di blu azzurro e bianco, la scelta si riduce drsaticamente..

    capelli: piacere, Riccia anch'io. Ma da vent'anni almeno li stiro regolarmente, ormai è un'operazione automatica. Riccia non mi ci vedo proprio, troppi capelli, troppo vistosi, tropoo di troppo, meglio stirarli e, spesso e volentieri, legarli in coda alta o di lato che fa molto anni 60. dici che anch'io cerco così inconsciamente di reprimere la mia sessualità?
    e cmq il vizio di tagliare i capelli corti ce l'aveva anche mia mamma che riduceva a veri maschi me e mia sorella al primo pidocchio che circolava all'asilo/scuola..da quando ho avuto facoltà di scegliere, solo capelli lunghi

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  2. grande post.
    anche io ho sempre fatto caso ai capelli delle donne. io, che odio in generale ogni mistificazione e non sono mai stata capace di dire le bugie, ai miei capelli non faccio mai niente se non dare qualche colpo di luce ma che deve sembrare assolutamente naturale.
    mai usato una spazzola col phon, in genere non uso mai nemmeno il phon. e appena esco dal parrucchiere corro a scicquarmi i capelli perché odio la messa in piega.
    eppure da un po' sogno di fare follie, di tingermi di rosso, di farmi ciocche multicolore. poi non ne ho mai il coraggio.
    comunque quei codini su sofia sono di una tenerezza che non si può dire.
    baci

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  3. ecco, brava marta, dimenticavo: anch'io odio andare e uscire dalla parrucchiera con la piega, appena arrivo a casa ci metto mano io. Mai fatto tinta, solo 'colpi di luna' colpi di sole molto soft) per matrimonio. Nicolò quelle poche volte che vado dalla parrucchiera mi chiede di farmi bionda...

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  4. M., capisco la difficoltà di gestire dei capelli indomabili...
    ...ma forse è proprio questo che mi attrae (oltre che per il fatto di essere io irrimediabilmente liscia). i capelli ricci li trovo animaleschi, potenti. e poi, una riccia può farsi liscia, ma chi è liscia se lo scorda il riccio. i ricci sono ineguagliabili.
    dopo di che...l'erba del vicino è sempre la più verde.

    Marta, si vede che non menti.
    hai visto che avevo ragione? ti ricordi un mio commento da te sul rosso che vedo in quello che scrivi?
    non hai bisogno di tingerti. tu sei rosso.

    M. e Marta,
    (ATTENZIONE!: commento sdolcinato):
    andando avanti nei nostri discorsi mi piace rendermi conto dei punti in comune che abbiamo.
    Sarà la M iniziale del nome che ci accomuna.
    Sono Veronica ma anche Martina di secondo nome perché sono nata l'11-11

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  5. magari l'avrai capito da qualche commento da me, cmq 'piacere, Mirella, anzi Mirella Manuela e M. anche di cognome ;)
    p.s. Manuela doveva essere Emanuela che mi piace di più, ma il papà voleva mantenere la M...

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  6. si, certo cara Mirella che lo sapevo...
    Quelle due elle nel nome ti fanno onesta, dritta e buona.
    Un'altra delle mie convinzioni è che le lettere del nome in qualche modo incidono sul carattere.

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  7. sai che lorenzo, il mio secondo, si chiama lorenzo rosso. in realtà doveva chiamarsi solo rosso per un motivo molto valido che racconterò in altra occasione, ma poi non abbiamo avuto il coraggio perché con il cognome che ha sarebbe sembrato un aperitivo! invece abbiamo sbagliato a non lasciargli quel nome secco così, perché alla fine le persone sono molto più forti del nome che portano. e poi lui è molto più rosso che lorenzo.
    ciao amica.
    :)

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  8. incredibile...vedi? tutto coincide e ritorna.
    E' vero: le persone sono molto più forti del nome che portano
    e tu, Marta dalle mani intelligenti, sei più avanti (per fortuna) delle cretinate di cui a volte mi convinco :)

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  9. stanotte "le tre M" tutte sveglie.

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  10. Marta, non vedo l'ora di sapere del rosso di Lorenzo.

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  11. Luca, l'inseminator-padre dei miei tre figli, aveva un fratello che si chiamava matteo ed era un pittore. quando io ero incinta di simone, il mio grande, matteo una volta ci disse che lui avrebbe chiamato blu una sua eventuale bambina e rosso un bambino. solo che matteo aveva un tumore e un mese dopo la nascita di simone se ne è andato, a 26 anni. ecco perché per Lorenzo pensavamo a Rosso...

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  12. la Vita è la storia più atroce e bella che si possa leggere.
    Blu e Rosso sono nomi stupendi.

    Grazie Marta,
    prendo questo tuo regalo e lo conservo.

    Sempre di più impronte rosse, le tue.

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  13. te lo dovevo, veronica.
    c'è qualcosa di intimo tra noi.
    buonanotte :)

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  14. molto bello Rosso. E anche Blu, Marta.

    Veronica, che mi dici di 'Nicolò'? Come nome intendo. Di Andrea ho letto qualcosa e tutto torna (testardo soprattutto), ma con Nico non ho ancora trovato la definizione, quella giusta. Mi auguro che 'vincitore del Popolo' sia benaugurale.

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  15. Marta, il nostro uno di quegli incontri a cui (rimanendo in tema) si può dare subito un colore, non è vero? :)


    Mami, Andrea ha quella A finale che apre a tutte le possibilità: è ovvio, sì, che deve essere testardo perché ne possa cogliere il più possibile. Nico invece per quelle O ripetute sarà deciso e determinato in certi suoi principi, ma la I, la L e l'accento finale gli daranno la mitezza del "beneficio del dubbio".
    E' ovvio che quello che sto dicendo rimane tra noi, perché è solo una mia umilissima intuizione che non vuole neanche essere più di tanto approfondita. Parlo come chi il suo nome se lo sente in tutte le sfaccettature della propria persona.
    E sì, Mami, "vincitore" è più che adeguato.

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  16. cavolo mi sono persa una sessione di chiacchiere e riflessioni mica da poco! accidenti, arrivo sempre in ritardo :). mi va di dire anch'io la mia, posso?

    io i capelli non li ho mai pettinati, sempre disordinati e selvaggi e sempre lunghi (forse perché anche a me da piccola li facevano tenere corti? o forse perché lunghi sono 'comodi', passano inosservati nella loro consueta banalità. e poi coprono le orecchie a sventola! per cui...)

    PERÓ.
    nel 2000 li ho tagliati drasticamente a caschetto e li ho accesi di ciocche rosso fuoco (per poi darmi alla pazzia in una festa in danimarca, vestita di un vestito nero da zarina e con gli stivali bassi da uomo).

    POI BASTA.
    MA. da un paio di settimane mi sono fatta la frangia. avevo voglia di darmi un'aria più francese e sbarazzina. li avrei voluti come Amélie, ma non ce l'ho fatta: la frangia ha più l'effetto 'velina', ma tant'è.

    in merito all'argomento nomi, credo che non potessimo sceglierli più adeguati: Tommaso - deve sempre esperire di prima mano, non si fida del mediato. Riccardo - cuor di leone, battagliero.

    mi piace l'interpretazione del nome di nicolò da parte di veronica e mi ha intenerito la marta (ma quanto sei spettinata tu???).

    per il resto, che bei legami vi siete create; vi vedo sedute in un hammam, morbide, un tardo pomeriggio, a scambiarvi i cuori. belle donne. vi meritate.

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  17. Signore mie, ma quanto mi stimolate?
    A.
    nel 2005 anch'io li ho tagliati a caschetto ma poi sono andata a fare l'agente assicurativo (...)
    la frangia l'ho fatta due anni fa mentre aspettavo Sofia. Da poco ho rivisto le foto: hai ragione per l'effetto velina. Ho una foto in mutandine, con la pancia capelli lunghi e frangetta: nà bomba sexy! Pazzesco. E dire che lì mi dicevo "cessa". Questo mi fa pensare che se adesso mi dico cessa, fra qualche tempo rivedendomi mi dirò: "Però niente male!". E così all'infinito in uno scontento perpetuo di "coscienza di sé sempre in differita" (maledetto orologio : me lo avevano detto che quelli comprati sulla luna mi avrebbero tradita!!!).
    Tommaso porta quelle due M che vedi come poggiano salde? E dove ci si può poggiare se non sulla terra? Non a caso "mamma" e "maternità" sono simbolicamente legate alla fecondità della terra.
    Per Riccardo, sarà forse la R che s'arrampica sulla D a farlo buono e battagliero.
    oh! non mi penserete mica con foulard in testa, orecchini a cerchio, unghia smaltate di fucsia e tarocchi in mano? io odio questo genere di cose.

    Per il resto, A.,
    ti dico: ora ca t'arricampasti, travagghia! ("tra" si pronuncia "c-ra")
    ovvero:
    ora che sei tornata, mettiti a lavorare.
    Questo hammam ha bisogno di te.

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  18. Veronica, ma che belle interpretazioni. Non sarai una strega che fa i tarocchi, ma riesci a ricamare poesie intorno ai nomi (anche tu sei sarta dentro, vedi? un'altra cosa in comune).
    A.: ma mi sono persa le strisce rosse! Io sogno di farmi una ciocca colorata, ma non saprei di che colore e non ho voglia di stare ore dalla parrucchiera, quindi per ora rinuncio.
    Io cmq all'hammam preferirei un viaggio. Sentite, visto che io ho proposto già ad A. un viaggio non appena riusciremo a tornare in superficie, che ne dite se ci incontriamo io, A, tu e Marta? Magari a metà strada, tipo un week-end a Roma. Lo 'famo'???

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  19. ah, dimenticavo! Nicolò sì, è deciso e determinato...ad andare a vedere la finale dei mondiali, ORA, non vuole aspettare 4 anni. E a proposito, non è che sei parente dell'ultimo rigorista della finale del 2006? E' il suo mito.

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  20. ehm, sempre io. Io ce l'ho la frangetta ma non ho mai pensato che facesse 'velina'.Io ce l'ho perchè é comoda.

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  21. roma.
    affare fatto.
    tra 2 anni?
    tempo adatto per delegare i più piccoli tra i nostri virgulti (sempre che nel frattempo qualcuna di noi non decida di riprodursi ulteriormente...)

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  22. STUPENDO.
    E se vi racconto i retroscena della tua richiesta, Sarta buona e compassionevole delle ossessioni altrui, Mami,
    c'è da avere paura, più di qualsiasi coincidenza venuta fuori nelle nostre conversazioni.
    Ma, per non scadere in possibili interpretazioni di tentativi di marcar la mano sul fatto che ce la intendiamo,
    ve lo racconterò a Roma, a Novara, a Milano, a Napoli
    ovunque basta che lo facciamo

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  23. E no, non mi puoi lasciare con sto dubbio! Tocca vederci molto presto allora! ;)

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  24. non è cosa tenerissima programmare un weekend fra DUE anni?!!??
    comunque io ci sarò. tanto, per quel che mi riguarda state sicure che almeno io non mi riproduco più. ;)

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  25. :)
    Marta, perdonami, ma il tuo "ci sarò" non era richiesto.
    Tu devi esserci. :)

    p.s.: non credevo che un blog potesse dare tanto...

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  26. io li maneggio perché, credo, non sopporto di assomigliarmi per più di due mesi alla volta. c'è da farsi delle domande. sulle risposte non occorre soffermarsi troppo. sono chiare e va anche bene così :)
    [che bella passeggiata quella fra le righe del tuo racconto...]

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  27. :) "non sopporto di assomigliarmi per più di due mesi alla volta"
    geniale
    :)

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  28. Capelli, sicuramente nn sono la mia ossessione, nel senso che li ho lunghi da sempre, odio stare dal parrucchiere, proprio nn ce la posso fare, quindi lunghi e lisci da sempre. Che tristezza, lo so!
    La mia bimba si chiama Mia, ed il significato credo sia palese ;),avevamo un altro nome in mente ma poi sentendola muovere dentro di me è scattata la scintilla, seppur nn conoscendo nessuno con questo nome, se nn la Martini che ho sempre adorato. Che poi nn era il suo vero nome ma questo è un altro discorso.

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  29. lunghi, lisci e tristezza anch'io.

    sai con sofia mi è capitato di pensare al nome Mia. e ho pensato se magari non creasse confusione specie nel periodo "mio, è tutto mio".
    tipo: di chi è questa bambolina? Mia.
    che dici?

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  30. Ho pensato anche io a questo ma l'idea di questo nome nn mi lasciava ed ho pensato "vediamo"! Ora che Mia parla bene ma anche prima, nn ha mai confuso le cose, sa benissimo in che contesto usare l'agg possessivo e sa benissimo che "Mia" é il suo nome, anzi, tanto che a volte mi chiedo se si sia accorta che la parola è la stessa!;) Ovviamente qualche battuta da parte dei bimbi più grandi c'è stata ma chissene... Quella tipo "mia tua nostra vostra loro", io mi faccio una risata e dico loro che noto con piacere che conoscono gli aggettivi. Sono bimbi, con gli adulti nn mi è mai successo.
    Sofia è un nome splendido, tra i miei preferiti!

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