4.8.11

Veronica non veste Prada (per ora)

All'inizio lei è una giovane donna neo-laureata in cerca di lavoro come giornalista. Porta jeans comodi, scarpe comode, maglioncini comodi e comodamente cerca la sua strada. E' semplice, intelligente, innamorata, talentuosa, leggera e speranzosa. Una ragazza normale, insomma.
Incontra Miranda, l'impenetrabile stacanovista intollerante direttrice della rivista di moda più influente in circolazione.
Sembrerebbe che il mondo in tacchi e paillettes non centri niente con questa ragazza dal fare vagamente bohemien. Ma poi c'è questa scena straordinaria, intelligente, che fa saltare i coperchi.
E che, per quanto mi riguarda, parla a me. Roba e maglioncino ceruleo compresi. Perché anch'io chiamo roba certe cose; anch'io porto comodi maglioncini sfibrati cerulei; e perché anch'io snobbo e sottovaluto fin troppe cose evitandole con la scusa di prendermi troppo sul serio.
Inizia il valzer.
Jimmy Choo, Chanel, that's all continui e liquidatori, piani saltati all'improvviso, arrangiamenti repentini, panico, andare veloce, sempre più veloce, i tacchi di fretta per le scale, per strada, sbagli e risalite, Parigi, centinaia di capricci da gestire, un libro inedito da scovare, in un crescendo di frenesie e responsabilità.
E da ragazza morbida qual'era, si scopre efficiente ai massimi gradi e quei tempi da cardio palmo dietro ai quali arrancare diventano il suo nuovo mood, la strada di una nuova donna, diversa, che gioca d'anticipo e nemmeno lei immaginava di poter essere.
E poi molla tutto. Perché la trama è pur sempre leggera; perché il fidanzato è un piagnone; ma soprattutto perché alla fine quella Miranda, padrona di tutto e di tutti, lo è perfino di se stessa, e cioè è schiava.
E la ragazza decide che non è quello che vuole. E bon.
Rimane il fatto che ha avuto la sua più grande opportunità e se anche ora torna a portare jeans e maglioncini cerulei ormai si è messa in gioco, è salita su una giostra vertiginosa, è diversa.


Il diavolo veste Prada.

Sono sicura che da qualche parte di me c'è qualcosa della storia che mi appartiene.
So che mi potrebbe andare così. Andare veloce, velocissimo. Abbandonare quel maglioncino ceruleo. Incontrare una Miranda che mi renda frenetica, che mi dia l'opportunità di scoprirmi diversa.
Nel frattempo mi riservo il diritto di farmi un pianto mentre guardo il film. E di sentirmi un'idiota.

5 commenti:

  1. passato? vedrai che presto andrai velocissimo.
    p.s. sai che sono le mie due attrici preferite??
    p.p.s. passa da Marta poi, manchi solo tu all'appello ;)
    m.

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  2. ci sono,
    connessione scema da qualche giorno
    ma ci sono

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  3. idiota? orbene, non sei 1 idiota sola. siamo almeno in 2. eccoci.

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  4. è un film che ogni volta che posso rivedo ocn piacere e un pizzico di immedesimazione. anch'io un tempo in un altro mondo -quello archeologico!- correvo veloce, ed il mio capo era una lady di ferro!è che mi piacerebbe eccome risalire su quella giostra...sigh

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