2.10.12

Una donna



Scopro che esiste una donna che ha la voce bassa, e non c'è mai ragione che urli, perché la sua voce è tuono basso che romba. Costringe a tirare avanti le orecchie ed è per questo che, al di sopra di ogni altro suono, lei viene ascoltata. 
Porta lo smalto, il rossetto, i tacchi, sotto ancora lo smalto, i capelli rigorosi, morbidi e pettinati, profuma.
Cammina lenta, anche quando va veloce, ondeggia per lo più.
Tiene ordine, su tutto, sugli oggetti, sulle parole, sui rapporti, nei pomeriggi, sulle cene e le lenzuola, ché il solo modo che ha l'emozione di scivolare sulle cose a briglie sciolte è proprio l'ordine sulla sua strada, che nulla di superfluo abbia da ostacolarla.
Fa sogni confusi tutte le notti che al mattino non vuole raccontare a nessuno. Racconta semmai preparando biscotti o dando acqua alle piante o portando la spesa.

Ha il sedere grosso, il rotondo ha infiniti punti nello spazio ed è una grotta per i suoi figli.
Scopro che è lenta, grossa, piena, come un veliero piena di vento.
Pare ferma, all'orizzonte.
Ma se la navighi offre tutta la sua tempesta. La tempesta in ferma. Ne hanno paura tutti ma nessuno la evita, sapendo che quella tempesta ama la terra, prima o poi salverà. 

Si veste morbida e gentile, svolazzi, apostrofi e toni di primavera. La faresti prolissa se non fosse che a starle vicina la senti nuda.
E allora gli svolazzi diventano trasparenze necessarie sulla pelle. 


Per anni ho odiato questa donna, ritenendola piena di inutili vezzi.

Ora per la prima volta mi scopro nuda, e scopro lei, che è tutte le donne che ho visto e che esiste da qualche parte.
Che è qui dentro, da qualche parte, ma ancora non si decide ad uscire.

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