14.2.13

Il principe della mia vita

Vi è mai capitato di non far altro che pensare ad un progetto, ad un'idea?
Un'ispirazione che nasce in un pomeriggio qualunque e nel tempo diventa l'aria che respiri, diventa tutti i giorni che vivi?
Vi è mai capitato di vivere per un'idea e di portarvela appresso ovunque, nello stato di veglia, in quello di sogno?
Di portarvela sotto la doccia, nell'acqua, attraverso le finestre che aprite, in macchina per strada, sui piatti appena cucinati, le masticate di conversazioni tra gli amici?
Di portarvela ovunque. E di vivere due generi di sensi di colpa. Quello che ti fa dire che magari dovresti dar spazio a qualcos'altro, o a qualcun'altro all'infuori di lei, e quello che quando ti sei costretta a dare spazio a qualcos'altro, a qualcun'altro, ti senti manchevole, di un tempo che altrimenti poteva essere solo vostro.
Vi è mai capitato?
E di scoprirvi innamorate folli, come se questa vostra idea avesse carne, scoprendovi frenetiche e intolleranti fino al momento in cui non riprendete da dove avevate lasciato, riprendere a divorarvi l'un l'altro, ciascuno ispirazione e fame dell'altro.
Di scoprirvi amanti, di farci come l'amore in quel modo matto e disperato di chi ha fame e sete ed ha solo un modo per saziarsi. Un solo modo, in pochi attimi, perché a volte l'amore affamato si serve di se stesso per depredare, e dopo nient'altro, non cercate nient'altro.
Nient'altro nelle cose del mondo, sebbene faccia parte del mondo.
Anzi, mai il mondo come adesso, con questa follia in mente qui adesso, ha cantato così tanto bene.
Ed è per questo nuovo canto che vi siete trasformate.
Come tutte le donne su questa terra innamorate, che per quella voglia di raccontarlo mettono un fiore tra i capelli, non uscite più senza trucco, senza un vestito che vi copra bene, un accessorio colorato o luccicante che parli dei vostri nuovi colori e delle vostre nuove luci.
Vi è mai capitato che tutto il resto, all'infuori del pensarlo, averlo vicino in ogni istante, vi disturba un po', ma solo un po', in modo dolce, come un suono diverso dalla musica che state ascoltando, diverso, altro, non molesto?
Un suono che riuscite ad incorporare nelle note che state amando, che state ascoltando.
Vi è mai capitato di sentire che il mondo, da quando questa idea vi è entrata dentro è così? Un suono che diventa musica?
Perché è così quando si ama, no?

Perché da quando c'è il mio progetto, la mia ispirazione, da quando mi son scoperta di amarlo, è così per me.


Ora ditemi: vi è capitato di avere un'idea, autentica, genuina, vostra, soprattutto esclusiva, almeno nel vostro angolo di mondo, quest'idea che ha bisogno della vostra aria, il vostro corpo, la vostra anima per essere realizzata ma che, in verità, è lei che da a voi tutto questo e scoprire all'improvviso che non era affatto vostra, né autentica, né genuina, né esclusiva e che nel vostro piccolo angolo di mondo fra qualche giorno sarà ufficialmente l'idea di  qualcun'altro?
Vi è mai capitato di scoprire che l'idea che portavate in gestazione da mesi, arrivando a conoscerla fin nei minimi particolari, come un viso amato e le sue linee, sarà il frutto di qualcun'altro?
Vi è mai capitato di sentirvi disperate per questo, tradite ma soprattutto di sentirvi delle incredibili idiote, donne vinte come bambine a cui hanno rubato le caramelle?

Se sì, ditemi come si fa a venirne a capo.

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