15.2.13

Tacchi a spillo e mutandoni

Eeehh... ma alla fine che cos'è un'idea se non un apostrofo rosa tra le parole immaginazione e azione.
E a partire da questa minchiata chiedo formalmente scusa all'intero albero genealogico dei pensatori che va da Platone a Gentile, passando per l'esimio Professor Galimberti, fino al mio personale professeur di filosofia teoretica, menzionandoli uno ad uno, come il prete a Messa con tutti i santi (ma all'ottantesimo santo, fate anche voi come me? Non vi assale un dubbio e cominciate a guardarvi attorno per cercare  telecamere di Candid Camera?)

No, è che, pensateci, un'idea può avere pure ragione ontologica, esistere di una sua propria verità sostanziale, abitare un luogo meta fisico, con le sue leggi e le sue dinamiche che non puoi modificare nemmeno se invochi tutti i santi di cui sopra (di fatto lo sperimentiamo in qualche modo, vagamente, quando, non lo so, scriviamo una storia e ad un certo punto abbiamo come l'impressione di non essere più noi ad orchestrare le dinamiche ma è la storia stessa che si sviluppa secondo un suo volere personale, una coscienza, no?); ma, in soldoni, in questo nostro luogo, un'idea prende una direzione, una e una sola, quando si cristallizza in una forma.
Ma prima che abbia forma io credo che sia una specie di organismo amorfo, uno specie di calamaro gigante che, in base a come e dove gli solletica in quel momento, si accoppia ora con un organo, ora con un altro, ora è di genere femminile, ora è maschile. Così, a caso.
Sapete, dunque, cosa è che da amorfa rende un'idea morfa
L'intenzione e l'interpretazione.
È essenzialmente una zona franca, un campo di possibilità sempre aperte finché non gli si da definizione e forma.
Faccio un esempio: mettete due che vengono assaliti in ugual misura da un sentimento di pietà e compassione nei confronti di una grande piaga che affligge l'umanità, entrambi cioè pensano identicamente a come tirare su il fondoschiena basso, s'arrovellano, non ci dormono la notte, diventa il loro scopo esistenziale, e alla fine?
Uno inventa i tacchi a spillo e l'altro il mutandone.
Uno inventa lo Zumba e l'altro il Photoshop.
Una idea, JLo for President, diversi risultati.

Questo per dirvi come ne son venuta a capo. 
Mi son data 24 ore di disperazione e poi ho cominciato a reinterpretare la mia idea. 
Ho usato una nuova terminologia, l'ho guardata da un altro punto di vista, dato che essendo ancora amorfa la si può guardare pure a piedi all'insù.

E ne è venuto fuori che chi ha avuto la mia stessa idea sta ideando i mutandoni.
Io invece me ne andrò in giro sculettando, figa e con dodici centimetri d'altezza in più.
Lombalgia permettendo.


Allora comincio, ve'?: perdono, o' Platone, perdono, o' Aristotele, perdono o' Epi...

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