24.10.12

La vita pigiama

Appare quando il tempo comincia a rallentare sotto l'effetto delle foglie arancioni e il vento irrequieto.
Nel mese del ritorno alle attività programmate ed efficaci, quando il traffico torna alla forma cui è stato concepito, caotico e indaffarato, lei appare e comincia a vivere sulle persone rimaste un po' indietro, quelle che ancora un vero piano programmato non ce lo hanno ancora.
È generosa come una mama africana: ti costringe a vivere dentro le quattro mura di casa senza che un barlume di imprevisto possa mai portarti fuori, nemmeno il pane caldo delle 19.00, ma ti concede di tenere le finestre aperte per tutto il giorno, far entrare lievi in casa le prime timide piogge, l'odore della terra, il fresco che ancora non brucia sulla pelle; ti fa vagare lenta e arresa sotto l'effetto scordato delle prime luci mogie, ma all'improvviso, senza un motivo apparente, ti bacia sulla fronte e accende dentro la voglia di accendere fuori, candele profumate di cannella, luci soffuse, musica dolce, porte e tende aperte, e il corpo che balla, salta, si muove preso da fame di energia, di quella che si addice a questo tempo in questa casa, ovvero morbida e compassionevole, vigorosa ma senza sprechi. 
E allora, qui dove non accade niente, nel tempo casalingo, dove il mondo si ferma appena un attimo prima, guarda dentro e alla fine non entra mai, dove, se cose accadono, rimangono all'ombra del tempo privato senza che giungano all'attenzione delle faccende mondane, qui, accade che piccoli soffusi miracoli quotidiani avvengano, di quelli che solo nel silenzio di sé si sa, senza che fuori apparentemente nulla si muova. 
Ci si trucca da fate, si canta forte, si sta sedute a mangiare con le mani.
Si mette tutto in ordine. 
Per poi prendere fili colorati, ago, forbici, ovatta, acquerelli, pennelli, penne, cd, dvd, legni, cerchi, fiocchi, coperte, lenzuola, borse vecchie, borse nuove, scarpe, vecchie e nuove, collane, ceramiche, statuette, piatti, favole, storie, disegni, diari. E far disordine.
E rimettere tutto in ordine. 
E di nuovo.
Succede che si crea, continuamente, con ogni materiale, ogni suggestione, si creano giochi, rapporti di progettualità, ci si spinge avanti con la fantasia, le idee, la creatività, dentro i peluche, le ali di farfalla, le cose che si scrivono, le cose che si dicono, le cose che si desiderano per la vita.
E si è un po' tutto, in questo piano chiuso, fermi e in movimento, streghe ed eroi, orchi e principesse, amanti, bimbi, donna autunnale, scrittrice, cantastorie, con fame di storie.
Questa mama segreta, senza volto, né mani, né gambe, ma con la forza vera delle correnti, rende fermento quello che pare fermo, fa sgorgare l'informe chiuso e silenzioso e ci da la forza di dargli voce.

Lei è la vita pigiama, quella autunnale, che arriva per chi è rimasto un po' indietro, senza ancora veri e propri programmi autunnali, che ci tiene chiusi dentro, come in utero, ci protegge e ogni tanto ci fa guardare fuori dalla finestra.
È quella che non chiede di vestirti, di coprirti, ché basta lei a farlo.
Ché tanto a volte a star in pigiama non si perde nulla.
È quella che a pensare al fuori ti rende un po' incerta e confusa.
Ed è quella che al fuori si sente che ti sta preparando.

2 commenti:

  1. vivi di questi momenti e assaporali al massimo... il pigiama non potrebbe essere abito più adatto

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    1. Tu dici? Sei molto carina. E il tuo messaggio è... liberatorio, perché la verità, anche se nel post non esce volutamente, è che il mio dna è a base di senso di colpa. Senso di colpa se lavoro. Senso di colpa se sto a casa.
      Il grande boh.

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