18.2.13

Rubare ai bambini

Supermercato. Arrivo alla cassa.
Il cassiere è spazientito. È probabile che la storia vada avanti già da un po': "... allora, Signora, si decida! Cosa lascia?".
Guardo sul banco, lei che guarda in giù e pesta il labbro, e non faccio fatica a capire il perché dello stallo.
In effetti a volte è difficile dover scegliere tra un sacco di patate e una merendina al cioccolato.
Il sacco di patate sfama una famiglia intera, ma quella merendina sfama tutto quell'altro genere di fame che adesso è negli occhi del suo bimbo, mentre aspetta silenzioso.
Aspettiamo tutti.
Noi dietro, lei, la mamma, avanti, in vista, assolutamente nuda. 
L'equità della fila, il rispetto del turno, non mi è mai sembrato tanto ingiusto nei confronti del pudore.
Chissà se quelli in fila con me abbiano pensato allo stesso mio modo "intervengo... o forse è meglio di no...", chissà se il prevalere del "o forse è meglio di no" li abbia fatti sentire meschini e impotenti come mi son sentita io, chissà se tutti abbiamo sperato allo stesso modo in un lieto fine, con il bimbo sporco di cioccolata e le patate abbandonate lì.
Oppure se abbiamo sperato tutti di vedere il bimbo sbraitare ossesso, capriccioso e molesto, pur di non vederlo così, silenzioso.
Chissà, se a vederli uscire chini e stanchi, quelli in fila con me abbiano sentito una specie di senso di colpa uguale al mio.


Dite patetico? Non ditelo.
Non ditelo se non conoscete la storia. Non ditelo se non avete mai provato il dolore di non avere più nessuna carta da giocare.

Ma li avete letti gli annunci di lavoro? Vi siete accorti che seguono dei trends? Tutte le volte ci sono delle condizioni sine qua non, che non hanno nulla a che vedere con le capacità personali. Chi cerca collaboratori non vuole esseri umani: vuole condizioni vantaggiose per assumere. Dopo viene il resto.
Prima c'era quello di avere dalla tua parte la legge 407. Dovevi aver maturato minimo due anni di fame, tua e molto spesso della tua famiglia, per essere considerato dalle aziende come vantaggioso. Non mangio da due anni, mio figlio ha quattro anni e l'unico alimento disponibile è ancora il latte di mia moglie che lo produce mangiando l'erba del prato. Ah! ok, assunto.
Da qualche mese il trend è diploma conseguito da massimo un paio d'anni o avere un'età di 26 anni. Il ventisettenne più ventiquattro ore non ha diritto a mangiare. Punto. Perché non è vantaggioso. Punto. 
Migliaia di annunci di default così. Vado a indagare e scopro che adesso il trend è l'apprendistato. 
Naturalmente con esperienza.
Oppure, altro trend, vecchio di anni ma ancora in voga, è quello rivolto a noi donne: nessun limite di età, più o meno, ma assolutamente "libere da impegni". O, in parole povere: non rompete i coglioni, o voi donne con bambini!
Lo spiattellano così, senza decoro, senza minimamente fingere un benché senso etico.
Dopotutto si sa che il senso etico mica è vantaggioso.

Insomma, potrei continuare per ore, ma il succo è che non-c'è-alcun-diritto-al-lavoro.


Ora, signori politici (attributo che uso naturalmente per convenzione, dato che la Magna Grecia è lontana migliaia di anni di vostri sciacallaggi),
non dico che dobbiate cedere il vostro lauto compenso frutto del prestigioso servizio fornito alla patria; sappiamo bene come grandi responsabilità debbano essere grandemente retribuite (vedi il servizio, imponente e imprescindibile alla conservazione della specie umana, offerto dai nostri calciatori); non dico di elargirlo alla massa affamata, sebbene la mia rabbia mi abbia a volte piegato alla meschinità di mettervi le mani in tasca e calcolare che con i due aperitivi più le due saune più il nuovo paio di scarpe che mensilmente vi concedete, mangerebbe una famiglia per tre mesi o tre famiglie per un mese;
e nemmeno pretendo che dobbiate essere voi a dover "creare lavoro", smettiamola con questa baggianata e diciamoci la verità: voi non siete abbastanza creativi per poter "creare nuovi posti di lavoro" e sapete perché? Perché non siete abbastanza disperati o bisognosi o affamati di tutti i generi di fame, anche solo quelli legati all'ormai vezzo dell'affermazione personale, da trovare abbastanza terreno fertile per qualche tipo di creatività. Voi siete sazi e perciò siete destinati alla pennica piuttosto che ad un moto creativo;
non chiedo nemmeno che facciate rispettare i diritti al lavoro, perché sappiamo quanto le vostre mani siano impastate di imprenditorialità; voi non siete politici: siete imprenditori che a fine giornata devono batter moneta e tutto questo non può coincidere con alcun diritto al lavoro, costoso e di nessun ritorno. Sappiamo.
E noi italiani, che siam gente alquanto strana e simpatizzante del sadomaso, non vogliamo certo interferire nel vostro onoratissimo lavoro di sciacallaggio.


Però.
Mentre guardo la mamma lì al supermercato, mi torna in mente qualcosa.
Vi chiedo di guardare un secondo lì, in alto a sinistra, si chiama Francia. La conoscete? E conoscete la fittissima rete di sostegno alle famiglie? Sapete che per le famiglie con basso reddito esiste un sostegno fino al sedicesimo anno di età dei figli? Una rete che si incastra con l'obiettivo all'occupazione. In soldoni: oltre al sostegno economico anche l'offerta di servizi per l'accudimento dei piccoli.
Vi sembra poco, o un lusso? Questo è un nodo cruciale.
Sappiate che, grazie alla vostra assoluta indifferenza nei riguardi delle costanti lesioni dei diritti fondamentali, noi qui nel frattempo, per sopravvivere, abbiamo dovuto imparare a mentire alle aziende. Lei ha figli? Basta buttare lo sguardo su un punto indefinito per rispondere "no". Abbiamo imparato a negarli pur di dar loro sostentamento.
Ma che ne vale se poi non sappiamo a chi lasciarli, se lo sforzo di averli negati serve solo a pagar a malapena la baby sitter?



Ora non chiedo tanto.
Sostegno per basso reddito qui in Italia sarebbe già troppo. Non oseremmo pretendere di più della sussistenza.
Sedicesimo anno d'età poi... vi verrebbe un embolo.
Baby parking nei posti di lavoro: un controsenso visto la generale e proclamata a viva voce idiosincrasia delle aziende nei confronti della prole.

Ma almeno vi chiedo di sostenere le famiglie a zero reddito (no, non è un mito: esistono davvero), quelle che per trovare lavoro devono combattere contro le manovre che senza alcun senso della realtà firmate distrattamente tra un aperitivo e una sauna.


Almeno finché esiste una mamma costretta a scegliere tra uno schifosissimo sacco di patate e la merendina al cioccolato per suo figlio.
Forse vi costerebbe un contorno di stuzzichini in meno, ma almeno potreste dire di non stare più rubando le merendine ai bambini.



Buon aperitivo.

2 commenti:

  1. Lode al tuo post che condivido in pieno...

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  2. non sbraitare: sei stata nominata sul mio blog per ritirare un premio!

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