12.6.10

Le brioches e la collezione di Sua Maestà.

Mondo povero.
Non è reale la storia che se metti del cibo di fronte ad un bambino affamato lui si ingozza.
L'immagine di noi del mondo avanti, capelli al vento, bianche vesti di lino e sandali sulla polvere, con l'andatura piena di chi annuncia salvezza e cambierà il mondo, portando cibarie di ogni specie, forma, colore, profumo e il bambino giù lì per ore fino a quando, sazio come non ricorda d'esser stato mai, leva gli occhi dal banchetto pieno di gratitudine, è solo il più comune dei film.
La verità è che il bambino starebbe di fronte a quel ben di Dio come un cieco di fronte ad un tramonto mozzafiato.
Non ha fame. E' talmente profonda la fame, metabolizzata fin nei più reconditi processi del suo stato, da non averne. 
Il suo è un forzato stato d'anoressia.



Mondo grasso.
Fin dalle prime battute, mia figlia ha potuto scegliere e servirsi, secondo i suoi diversi umori e voglie alimentari, del mio latte, debitamente rinforzato di integratori specifici per l'allattamento, e del latte artificiale, anch'esso rinforzato di tutte le sostanze possibili, persino di taurina, che, se l'avessi saputo qualche mese fa, non avrei sputato indignata una Red Bull nascosta a mia insaputa in un succo di frutta, per paura di danneggiarla in pancia, oltre che per insuperabile ritrosia nei confronti di questo tipo di bevande. Sofia ha 12 mesi e pesa 14 chili. Sta già seguendo una dieta, e non perché mangi troppo, almeno non secondo i canoni degli attuali nutrizionisti, ma perché il suo dna è occidentale, infarcito oltre che di basi azotate anche di un innaturale ormai naturale inclinazione all'espansione grassa.
Il capitalismo, quella compulsione sfrenata del collezionista di carta stampata alla corte del potere, è entrato anche nelle pance dei nostri figli.
I biscotti per il latte, alimento icona della nostra prima infanzia, quelli che tutti noi adulti conosciamo e che nei momenti di nostalgia dell'utero materno agogniamo come il battesimo per l'anima, quasi non esistono più allo stato originale: sono caduti in pasto all'esigenza del capitalismo del far di più, del raggiungimento dell'obiettivo che non è più annuale, come un sano e vitale sistema economico qualche decennio fa voleva, ma giornaliero; sono alla vaniglia, all'arancia, al miele, con aggiunta di cereali, di fibre, di vitamine, al cioccolato e quant'altro per rallegrare non il palato esigenze di chi?, come i collezionisti vorrebbero fare intendere, ma le loro casse fagocitanti. In commercio esistono omogeneizzati di tutte le fattezze, di tutte le carni, tutti i pesci, che se avessi voglia di provare struzzo e trota adesso in farmacia li trovo, variazioni multiformi di formaggi, manca solo il pecorino sardo, brodi, minestrine, e tutta la collezione merenda fatta persino di budini al cioccolato. Si legge scritto "consigliato a partire dai 4 mesi", omettendo naturalmente la nota esplicativa: "consigliato a chi pensa di iniziare i propri figli ad una di vita di surplus, glassa all'ennesima potenza pronta all'uso per ricoprire di melassa questa pillola amara che è la vita e le sue cose, che così come sono è banale. Non importa che riteniate con formidabile ottimismo e audacia che siano belle per loro natura: la glassa le renderà più belle; non importa che siate in linea con quello che noi vogliamo che siate affinchè il controllo sui vostri bisogni sia più forte e le riteniate brutte: ci pensa la nostra glassa a renderle accattivanti e più sopportabili". 
E gli ottimisti vedendo la vita ricoperta di glassa divennero infelici e per superare la loro infelicità si coprirono di glassa. Il collezionista sogghigna di fronte ai suoi nuovi esemplari. 
Passano gli anni e il mito della mela stregata si propone in tutta la sua attualità. Il guaio è che nonostante si conosca l'effetto dovuto all'ingestione della bella mela, i budini, la glassa in genere, a partire dai quattro mesi, si producono e si comprano a iosa. Io credo che ci sia il tentativo da parte dei produttori di alimenti per l'infanzia di eguagliare l'alimentazione degli adulti, che così tanta soddisfazione danno alla causa collezione. Credo che si chiedano che se il mercato alimentare funziona, crisi o non crisi - la panza piena prima di tutto, chè la paura della fame nera ci sta sul collo e controlla in sordina la maggior parte dei nostri affaccendamenti, nascosta sotto la veste di 'spinta illimitata al progresso dell'Essere Evoluto' - ; se gli adulti, dall'età dello sviluppo in poi, usano il cibo per saziare qualsiasi loro necessità, oltre a quella della fame (e via con il lungo elenco) per frustrazione, per noia, per gola, per dolore, per far festa, perché sono innamorati, perché si sentono soli, per dimagrire, per ingrossare, per fare i muscoli, per curiosità, per far cultura, per rabbia, per pigrizia, per salute, per distruggere la salute, per dimenticare, per concentrarsi, per mordere, per regalare, per far pausa, e per quant'altro - e c'è ancora dell'altro, e per ogni necessità è stato formulato un alimento specifico che la soddisfi senza mai estinguerla definitivamente altrimenti il sistema andrebbe in cortocircuito - allora perchè rinunciare ad una larghissima fetta di fruitori che di diverso hanno solo l'età e non l'inclinazione non necessitante al cibo?. E se l'inclinazione, vivaddio, non c'è: che si crei.
La via direttissima per arrivare alla pancia-testa del bambino è naturalmente la cultura alimentare dell'adulto, qualunque essa sia.
Se hai un minimo di conoscenza dell'alchimia dell'alimento, dell'indispensabilità per il funzionamento del corpo di un equilibrio di tutti gli elementi nutritivi giornaliero e della loro variabilità: "va benissimo così, siamo d'accordo con te: è per questo motivo che per tuo figlio abbiamo creato 4758 prodotti per ogni tipo alimentare  e tu, genitore attentissimo, li comprerai tutti, non è vero?, pena una denuncia per abbandono di minore ai servizi sociali o ancor peggio alla tua coscienza"; se invece sei un sopravvissuto recidivo all'esplosione nucleare delle transaminasi: "va ancora benissimo così, siamo d'accordo con te: per tuo figlio, sicuro futuro fruitore di snak, barrette, tavola calda e '4 salti in padella', abbiamo formulato una linea di succosissimi ancoraggi allo zucchero, budini, gelatine che noi chiamiamo yogurt ma che sono gemelle eterozigote del creme caramelle, gelato che noi consigliamo a merenda (?) e bellissime e coloratissime pappette per saziare anche il vostro gusto esteta", e che di bello hanno per l'appunto solo il colore, scintillante e vivo come  l'ingestione di funghetti allucinogeni sa dare.
Penso che prima o poi li faranno i "4 saltellini in padellina", tanto per non perdere tempo. 



Mondo povero.
Ora, mentre sto qui a sentenziare su quanto grasso coli dalle nostre mani, ai quattro angoli del mondo, lontano, dove solo gli occhi spersonalizzati delle telecamere arrivano, e vicino, proprio sotto casa nostra, si muore di fame.
Si muore di fame.
I bimbi appena nati muoiono di fame.
Vuol dire che mentre qui scuotiamo delicatamente le spalle dei nostri figli perchè il rigurgito - "Non si preoccupi, Signora, è il latte in più" - non li soffochi, o non si crei aria nel loro pancino, altre mamme scuotono i loro figli perchè si sveglino.
E mentre qui l'operazione si risolve con un sonoro ruttino da galleria di video , nell'altro mondo, le mamme continuano a scuotere i loro figli perchè si sveglino.


Mondo grasso. 
La degenerazione al delirio qui sopra è dovuto alla sindrome della Madonna di cui sono affetta da quando è nata Sofia.
Non promuovo la sospensione di questa forma di organizzazione, del sistema economico. Qualcosa si deve pur fare, per sopravvivere. Non promuovo nemmeno il ritorno al baratto, che è solo una forma poetica e nostalgica di quello che succede oggi, ed è impossibile eliminare la proprietà privata da cui poi scaturisce il sistema; in questo senso sono roussoniana, e lo stato di guerra è già fin troppo imperante per dargli altro combustibile.
Ma vorrei non vedere più la carnevalizzazione del nutrimento, legarlo ogni volta a qualcosa di diverso pur di smerciarlo: alla gola, al sesso, all'eleganza, alla comodità, alla festa, al consolidamento dei legami affettivi.
Quello strabuzzare gli occhi in alto nelle pubblicità, per il piacere del palato da una parte e dei conti in banca dall'altro.
Quelle piccole o grandi gomorre della pancia, localizzate in tutto il mondo grasso.
Qui facciamo l'amore con il sapore,  il sapore è quello della benzina su di un panno per non sentire la fame.
Qui non ci si vede dalla fame,  nessuna brioche ti salva dal Nero.





2 commenti:

  1. ...formaggio svizzero affettato e di misura uguale ad un toast?????
    Ma è fantastico!!!!
    Lo voglio subito!!!!!!
    Indispensabile!!!!!
    E' bello vivere in un paese evoluto!

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  2. :).
    E che dire di tutta la linea di prodotti: "pratici, da portare in borsa"?

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