23.7.10

Cartolina dal mare.

Ci sono chilometri di storie che ti lasciano lontano dai luoghi del vivere. Sono le storie della città, delle file davanti al semaforo, delle burocrazie, della fretta dell'essere funzionanti, delle attività senza alcuno scopo se non di far attività, di garze sterili di fronte agli occhi che ci faranno civili disinfettati ma non sempre umani; a dir la verità sono anche storie di stanchezza, di pigrizia, o di paure.
Di sciacallaggio delle storie, insomma. 

Ieri sono tornata.
Tornare significa lasciare il luogo per il quale hai lasciato il tuo di luogo.
Tornare significa allontanarsi dall'allontanamento,
significa riacquistare il proprio posto. 
Questi sono i viaggi che compie una persona. Quei viaggi che crediamo non meritino attenzione, l'occhio critico della documentazione sistematica.
E invece questi sono i viaggi che compie una persona.
Quel continuo allontanamento e riavvicinamento da sé.
Partenze e ritorni dal luogo personale che si fanno da ciechi, senza programmazione, 
come la linfa che fa vibrare la cosa naturale: mette in atto ciò che è, senza ghirigori del pensiero, viaggia senza meditazione, senza motivazione se non quella di esser cosa in sè.

Ieri sono tornata.
Ho percorso quei chilometri, pochi nello spazio, troppi nell'allontanamento da ciò a cui appartengo,
e l'ho inalato. 'per poco' annota la mia percezione. Ma siamo già fuori da qualsiasi misurazione della durata.
Solo per quell'atto dell'inalare, 
inalandolo sono tornata a me.
Dico, il mare.
Perché se gli anni che hai vissuto hanno il senso del mare, se portano tutte storie intrecciate sul tessuto liquido, allora appartieni al mare.
Ed eccole di nuovo, le sento di nuovo le mie mani, le mie ossa, le mie gambe, il mio viso. Ma non quelle di adesso, che sono appartenenze nuove, nuove sembianze che non ho ancora metabolizzato in questo ultimo tempo lanciato nei chilometri della mia storia personale.
Dico quelle di sempre. Quelle che non cambiano, quelle che non devono cambiare perchè i pilastri sono fatti di cemento. Quelle che avevo 2 anni e poi 10 e poi 16 e poi...
le sembianze di sempre attraverso le quali mi riconosco, che sono umide, che portano il mare perchè è da lì che vengo.
E se mi allontano da loro - così deve essere perchè possa sentire il conforto e la riconquista del ritorno - mi allontano dal mare.
E se torno al mare, torno a loro.

Torno nella pelle che più mi disegna e di cui non posso dire nulla perché lei non ha storia, non si può raccontare - ho 2 anni e poi 10 e poi 16 e poi... - : è quella che è, ogni volta che la ritrovo.

E certo oggi sono ritornata a quelle nuove sembianze, alle storie urbane dove non si inala nessun ritorno a sé, 
e penso  a quanto il mare mi abbia scavato dentro se, lo sa chi abita il mare, 

come il mare 
mi allontano e torno mi allontano e torno mi allontano e torno mi allontano e torno

7 commenti:

  1. anch'io sono nata al mare, mi ci hanno portata via a 3 mesi e ci sono tornata per 3 mesi ogni anno, per 19 anni. Poi niente più. Ma il mare mi è rimasto dentro, mi manca e sento che con lui manca un pezzo di me. Forse più di uno.

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  2. aspetta, messa così sembra una storia tristissima: dal mare 'mi ci hanno portato via' perché i miei si sono trasferiti per lavoro e io ovviamente con loro. 'Poi niente più' perché mia nonna si è trasferita da noi, quindi non si andava più a trovarla in Puglia.
    Solo una cosa mi sono sempre chiesta: sarei stata la stessa persona se fossi cresciuta nel mio paesello in mezzo agli olivi anziché in una cittadina in mezzo alle risaie? Continuerò a chiedermelo e non saprò mai la risposta.

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  3. cara M. messaggi bellissimi affatto tristi.
    virus terribile nei pc mio e del Riccio.
    non vedo l'ora di poterti rispondere con calma e di tornare.
    affrantissima.

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  4. ma come fai?
    dico a centrare sempre il punto.
    avrei voluto lasciare la stessa domanda lì sul post, ma poi...va bè si sa che scrivendo a volte le immagini prendono vita e ti portano dove tu non avevi pensato di arrivare.

    tu mi leggi davvero.
    :)

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  5. dunque aggiungiamo un 'anime affini' alla lista? :)
    sei tu che scrivi talmente bene che le parole arrivano al cuore. chissà che bello quando le leggerà Sofia e immagino la gioia del Riccio nell'aver letto i post dedicati a lui. Così belli.

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  6. non la conoscevo e sono andata a vedere.
    felice.
    felice perché se impari qui, attraverso questa strana realtà che è il blog, cose nuove...allora è cosa buona e giusta
    felice perché tra noi è davvero così.

    mi sa che la storia dei matrimoni nati su internet comincio quasi quasi a capirla.
    quasi quasi.

    ti saluto già da lontano
    M.

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  7. adoro Schopenauer, uno dei pochi filosofi di cui ho capito qualcosa.
    ma se davvero siamo 'nate l'una per l'altra', non potevamo abitare più vicino? il caffé, con il latte, l'avrei preso volentieri

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